Il 21 settembre ricorre la Festa liturgica di San Matteo, Apostolo ed Evangelista Patrono della Guardia di Finanza.
Il Pubblicano Matteo, chiamato anche Levi, avido esattore delle tasse per conto dell’Erario romano, espletava un compito ingrato ma decisamente redditizio.
Il nome Matteo vuol dire “dono di Dio”, “regalo del Signore”: “Passando, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli alzatosi lo seguì.”
Dietro quel verbo “alzatosi” c’è molto di più dell’azione fisica, c’è il cambiamento della propria esistenza. Il verbo greco che Matteo usa è quello indicato nella risurrezione, dice infatti anastàs ed è proprio il verbo impiegato per Gesù risorto.
Il “Breve Pontificio” del 10 aprile 1934, nel dichiarare San Matteo Patrono della Guardia di Finanza auspica che tutti gli appartenenti al Corpo possano, sul suo esempio, unire l’esercizio fedele del dovere verso lo Stato con la fedele sequela di Cristo.
I Finanzieri, nell'occasione della ricorrenza, rinnovano il proprio atto di affidamento a San Matteo, confidando nella sua intercessione, a tutela della loro vita personale, familiare e professionale, affinché li custodisca nell'adempimento del loro dovere per il bene dell'italia.
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