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ACCESSORI CON PELLI DI ANIMALI PROTETTI

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Lunedì 27 Gennaio 2025

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Controlli dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e delle Fiamme Gialle lariane lungo la linea di confine con la Confederazione Elvetica.

Al valico di Uggiate con Ronago, militari del Gruppo Ponte Chiasso hanno fermato un italiano residente in Svizzera, di 25 anni, che, palesemente innervosito dalle domande di rito poste ai fini doganali, ha riferito di non avere nulla da dichiarare nonostante avesse all’interno dell’abitacolo diversi scatoloni di merce.

Incuriositi dal numero di colli posti alla rinfusa nel veicolo, gli operanti hanno deciso di approfondire il controllo negli uffici della Volante di Ronago, al termine del quale sono stati rinvenuti numerosi accessori di abbigliamento dalle fogge e colori stravaganti, verosimilmente realizzati con pelli esotiche da parte di una nota società svizzera operante nel settore dell’abbigliamento di lusso.

Dal successivo riscontro di quanto rinvenuto - 22 borse, 18 cinture e ben 30 calzature - è risultato che la merce, scortata da formulari di riesportazione C.I.T.E.S. per la Svizzera, aveva un valore complessivo pari a circa 25.000 euro. Pertanto, gli operanti hanno proceduto, inizialmente, al sequestro amministrativo di quanto rinvenuto con l'ipotesi di contrabbando.

Vista la particolarità degli accessori, è stato richiesto il supporto della Squadra C.I.T.E.S. del Gruppo Ponte Chiasso, specializzata in tale settore.

A seguito degli opportuni riscontri sulla merce, i finanzieri, assieme ai Doganieri, hanno constatato che era stata realizzata con pelli di alligatore del Mississipi, con pitone delle rocce birmano, con pitone reticolato e coccodrillo del Nilo.

Si tratta di specie protette in base alla Convenzione di Washington sul commercio internazionale.

Da ulteriori approfondimenti, inoltre, sarebbe risultato che il venticinquenne poche ore prime del sequestro aveva effettuato le previste pratiche doganali all’esportazione dall’Italia verso la Svizzera, per poi, in assenza di documentazione, tentare di reintrodurla nel territorio comunitario passando attraverso un valico minore non presidiato.

Ora il giovane dovrà spiegare l'accaduto ai magistrati comaschi, mentre la merce è stata posta sotto sequestro.

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