Caldo, negli alpeggi scatta il “tutti a casa” con dieci giorni di anticipo.
E’ quanto emerge sui pascoli di montagna della Lombardia dove questa estate le alte temperature senza pioggia hanno tagliato del 20% la produzione di erba per il bestiame.
“Fra oggi e domani le portiamo tutte a casa — racconta delle sue mucche in alpeggio tra i 2.000 e i 2.700 metri dell’Alpe Colina, Alberto Libera, allevatore 51enne di Colorina in provincia di Sondrio —. Quest’estate siamo saliti in montagna 10 giorni dopo e scendiamo 10 giorni prima. Abbiamo avuto il 40% in meno di fieno e con questo caldo i miei 160 capi hanno fatto meno latte, con un calo del 30% nella produzione di formaggio Bitto”.
Una situazione di allerta che riguarda circa 600 alpeggi lombardi con oltre 800 malghe la maggior parte delle quali concentrate in provincia di Sondrio (37), Brescia (30%), Bergamo (24%), Como (8%) e Lecco (8%), ma presenti anche nel Pavese.
In tutta la Lombardia i prati a pascolo superano i 109mila ettari, di cui quasi la metà in provincia Sondrio, 27 mila ettari nel Bresciano, 21 mila ettari nella Bergamasca, quasi 10 mila in provincia di Como, oltre 2.600 nel Lecchese e 500 ettari in provincia di Pavia.
Appezzamenti a pascolo sono presenti anche a Varese (257 ettari), Mantova (146 ettari), Cremona (103 ettari), Milano (42 ettari), Lodi (22 ettari) e Monza Brianza (12 ettari).
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