Nel gennaio dell'anno scorso, in via Barrili a Milano, un egiziano era stato aggredito violentemente da un gruppo di almeno 8 persone di origine nordafricana che lo avevano colpito con calci, pugni e bastoni di legno, procurandogli contusioni alla faccia e un trauma cranico: nell’occasione, gli furono presi anche il telefono cellulare e due collane.
Le indagini compiute dagli agenti della Squadra Mobile sono partite dall’analisi di un video che ha immortalato le fasi dell’aggressione. Sin dal principio, tenuto conto della dinamica, della violenza e dei soggetti coinvolti, è stato ipotizzato che all’origine del raid potesse esserci una questione legata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Attraverso la meticolosa consultazione delle banche dati, tramite servizi di osservazione sul territorio e analisi dei tabulati, i poliziotti sono giunti all’identificazione di quattro dei partecipanti all’aggressione, tutti marocchini, pregiudicati e gravitanti nell’area di via Gola.
La successiva attività di intercettazione ha permesso di aprire uno spaccato sulla piazza di spaccio di via Gola con l’identificazione di altre 9 persone, anch’esse nordafricane, tutte attive nella vendita al dettaglio di cocaina ed hashish.
Tra gli indagati, anche una donna marocchina di trentun'anni pregiudicata, che aveva la sua base logistica in un appartamento abusivamente occupato in via Gola, poi sgomberato dalle forze dell’ordine: la donna riceveva i clienti a casa o faceva recapitare le dosi ai clienti tramite dei cavallini in strada o nel cortile dello stesso stabile.
Al termine delle indagini, grazie a quanto raccolto dagli inquirenti, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano ha emesso tredici ordinanze di custodia cautelare, cinque in carcere e otto divieti di dimora, nei confronti di dodici marocchini ed un egiziano: sono accusati a vario titolo di lesioni personali, rapina, spaccio di droga e possesso di arma da fuoco.
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