Se tutti i comparti produttivi d’Italia hanno subito le conseguenze negative dell’epidemia da Covid-19, l’agricoltura è uno di quei pochissimi comparti che necessariamente ha tenuto aperte le porte delle proprie aziende per far andare avanti il Paese.
Ci sono due comparti agricoli, però, che più di altri stanno faticando, ossia il florovivaismo e il settore agrituristico. Da una parte, il Governo ha riaperto le aziende florovivaistiche per la vendita al dettaglio e le consegne a domicilio, per non decretare la morte di una intera filiera, ma dall’altra gli agriturismi stanno vivendo un periodo che mai avevano attraversato in precedenza e l’uscita dal tunnel sembra ancora lontana.
“Abbiamo alle spalle un primo trimestre del 2020 completamente senza ricavi – spiega Gianluigi Vimercati, presidente degli agriturismi di Confagricoltura Lombardia – ed abbiamo perso gli introiti più considerevoli nella nostra annata, ossia quelli legati alla la Pasqua e ai ponti primaverili. Questo lockdown per esigenze sanitarie ha causato le disdette da tutto il mercato estero dal prossimo maggio alla fine dell’autunno – continua Vimercati –: non ci resta che sperare nella ripresa delle prenotazioni dall’Italia nel breve periodo”.
Il presidente degli agriturismi della Lombardia è certo che la rinascita del settore passi necessariamente da un intervento statale: “Le perdite stimate in questo 2020 non solo a livello lombardo, ma anche italiano, si aggirano intorno al 90% e per questo motivo – continua l’imprenditore bresciano – chiediamo al Governo liquidità immediata a fondo perduto per rilanciare i nostri agriturismi dalla primavera del prossimo anno”.
Vimercati precisa inoltre come gli agriturismi non possono appoggiarsi all’azienda agricola collegata per superare questa grave crisi: “In questi ultimi anni abbiamo investito risorse affinchè l’azienda agricola fosse strumentale all’agriturismo: se non ospitiamo nelle nostre stutture i clienti, la vendita diretta e tutti i servizi collegati come l’enoturismo o la lavorazione del formaggio e dei salumi si fermano. Purtroppo per l’80% delle strutture lombarde le aziende agricole sono completamente ferme”.
Tuttavia, il presidente degli agriturismi di Confagricoltura Lombardia evidenzia come le strutture si stiano preparando alla fase 2: “Grazie agli spazi aperti e le entrate indipendenti delle nostre strutture abitative siamo pronti ad attuare tutte le misure governative e regionali di prossima emanazione per garantire il distanziamento sociale a tutela della salute di tutti i cittadini”. Intanto, il presidente chiede “che vengano azzerate le richieste di tassazione in materia di rifiuti, in quanto non siamo mai stati aperti in questo periodo”.
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