Sono oltre mille i nomi che ogni anno, il 21 marzo vengono letti ad alta voce e celebrati nella “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
La legge che istituisce formalmente la giornata è del 2017 ma le celebrazioni si susseguono dal 1996 quando, per volontà di due madri, due donne eccezionali, è nato il progetto, in collaborazione con “Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.
Le due donne di cui parliamo sono la mamma di Roberto Antiochia, un agente morto al fianco del commissario Antonino “Ninni” Cassarà nel 1985 e la mamma di Antonio Montinaro, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo nel 1991.
Saveria e Carmela, questi i loro nomi, hanno distillato il loro dolore in una ferrea volontà di ricordo; hanno trasformato un lutto privato in un pezzo di storia collettiva fatta di volti, vite e storie di persone comuni.
A fianco di nomi scolpiti nel ricordo di ciascuno di noi, oggi, ricordiamo anche nomi sconosciuti ai più che, anche con piccoli gesti, hanno segnato la propria vita lasciando però un insegnamento al nostro Paese.
In questi giorni in cui gli italiani si confrontano con un passaggio molto complesso della storia della Repubblica, giorni in cui paura, ansia e incertezza entrano nelle nostre case, ricordiamo queste donne e questi uomini che hanno saputo tenere la schiena diritta, spesso sapendo che questo sarebbe costato loro la vita.
Il loro coraggio, le loro storie, i loro volti ci indicheranno la strada da seguire.
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