I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Milano stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, nei confronti di un soggetto residente a Bareggio (MI), già noto alle forze dell’ordine e alle cronache locali.
Unitamente alla misura di custodia cautelare le Fiamme Gialle stanno effettuando una serie di perquisizioni ed eseguendo un sequestro preventivo d’urgenza su beni nella disponibilità dell’indagato per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, tra cui numerosi conti correnti, cassette di sicurezza, orologi di pregio, immobili ed autovetture.
Le complesse indagini, condotte dai Finanzieri di Magenta e coordinate dai Pubblici Ministeri Roberto Fontana e Luca Gaglio, hanno consentito di scoprire l’esistenza di un gruppo societario di fatto, riconducibile all’arrestato e alla sua ditta individuale, che ha visto coinvolte nel tempo varie società di capitali operanti nel settore delle carrozzerie ed autonoleggi in diversi Comuni dell’hinterland milanese (Bareggio, Magenta, Parabiago, San Giuliano Milanese, Cinisello Balsamo, Vigevano).
Secondo uno schema illecito reiterato nel tempo, l’indagato svuotava ciclicamente le aziende, in parte trasferendone gli assets aziendali a nuove società intestate a prestanome, aventi anche le medesime sedi e gli stessi dipendenti, e in parte distraendone il patrimonio per scopi personali, attraverso pure una immobiliare, formalmente intestata al padre e usata come “cassaforte” del gruppo.
A fronte di un passivo fallimentare di oltre 3 milioni di euro a danno dei fornitori e soprattutto dell’Erario, le Fiamme Gialle magentine hanno dimostrato distrazioni ingiustificate per un milione e quattrocentomila euro.
Oltre a ciò il collaudato sistema fraudolento aveva permesso di sottrarre al Fisco altri 4,5 milioni di euro e di omettere i versamenti dovuti per complessivi 8 milioni.
Nel valutare l’adozione della misura cautelare, l’A.G. ha tenuto conto della particolare pericolosità del soggetto e della sua spregiudicatezza, manifestata anche nell’occultare le scritture contabili e nell’approfittare artificiosamente degli istituti di rateizzazione dei propri debiti tributari e di dilazione delle procedure prefallimentari previsti per l’emergenza COVID-19, durante la quale l’arrestato ha anche sfruttato l’oggetto sociale e il codice ATECO di una di queste società per la commercializzazione di mascherine.
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