Estorsione aggravata, autoriciclaggio, violenza privata, vendita illegale di biglietti. Una vera e propria associazione per delinquere, gestita dalle frange ultrà della squadra di calcio della Juventus.
Stamattina all’alba, con l’operazione “Last banner”, i poliziotti della Digos di Torino hanno arrestato 12 persone, esponenti di spicco del tifo bianconero. Tra loro i capi dei "Drughi", dei "Tradizione", dei “Viking” e del “Nucleo 1985”: l'accusa è che l’organizzazione avrebbe ricattato esponenti della Juventus per cercare di continuare ad avere biglietti agevolati per le partite all'Allianz Stadium e gestire così il bagarinaggio. Nell’ambito della stessa indagine sono stati anche denunciati 25 ultrà della Juventus per violenza privata aggravata in concorso.
I poliziotti hanno inoltre, sotto il coordinamento della Direzione centrale della polizia di prevenzione, effettuato 39 perquisizioni in tutta Italia, con l'aiuto delle Digos locali.
L'operazione ha interessato anche cinque province lombarde, fra le quali Bergamo, Como e Milano.
L’indagine è partita circa un anno fa quando i dirigenti della Juventus hanno denunciato il ricatto cui era sottoposta la società, dai suoi ultrà. Era la fine del campionato 2017/2018 e la società aveva interrotto alcuni privilegi, come abbonamenti gratuiti, concessi ai gruppi ultrà, scatenando la reazione delle tifoserie che hanno cercato di ripristinare la loro posizione di forza nei confronti della Juventus.
In tale contesto, la società sportiva, al fine di evitare ripercussioni e danni di immagine, ha dovuto garantire circa 300 biglietti a pagamento per le gare in trasferta di campionato e di Champions League che sono stati poi in parte redistribuiti dai capi ultrà, permettendo loro indebiti profitti.
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