Continuano le iniziative di contrasto alla produzione e vendita di prodotti contraffatti e/o recanti segni mendaci, promosse dall’Ufficio delle Dogane di Trieste e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza del capoluogo giuliano, in stretta sinergia fra loro.
Nei giorni scorsi, presso il “Punto Franco Nuovo” dello scalo mercantile giuliano, i funzionari doganali e i militari della Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro di oltre 230.000 prodotti, costituiti da capi d’abbigliamento, calzature, mascherine, pelletteria varia e stampe a caldo riconducibili a numerose e note case di moda (tra cui Adidas, Balenciaga, Burberry, Canada Goose, Christian Louboutin, Calvin Klein, Diesel, Dolce & Gabbana, Fila, Gucci, Hermes, Hugo Boss, Lacoste, Lagerfeld, Michael Kors, MCM, Mcqueen, Moncler, Moschino, Nike, Off White, Prada, Ralph Lauren, Tommy Hilfiger, Valentino, Versace e Chanel).
I capi di abbigliamento e gli accessori di moda sottoposti a sequestro sono stati rinvenuti nascosti tra merce della stessa tipologia (abiti, borse e scarpe), ma recante marchi sconosciuti, a bordo di un tir sbarcato dalla Turchia e diretto nella Repubblica Slovacca. Sulla base della preliminare analisi di rischio effettuata e all’esito dei controlli eseguiti con le dotazioni scanner disponibili, sono stati disposti ulteriori approfondimenti sulla merce trasportata, anche mediante l’effettuazione di perizia da parte delle case di moda interessate.
Tali adempimenti hanno consentito di accertare la rilevante insidiosità del fenomeno delittuoso intercettato oltre che l’effettiva alterazione dei marchi presenti sui prodotti trasportati, con riguardo a profili difficilmente apprezzabili da parte di un soggetto inesperto ovvero di un consumatore medio che, proprio per tale motivo, sarebbe stato inevitabilmente tratto in inganno, qualora la suddetta merce fosse stata concretamente immessa in commercio.
Considerati i normali prezzi di mercato, i prodotti sequestrati avrebbero potuto fruttare illeciti ricavi per una cifra non inferiore ai 20 milioni di euro. Il titolare della ditta slovacca, cui la merce era destinata, è stato denunciato a piede libero per il reato di “contraffazione”.
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