I carabinieri di Lodi Vecchio hanno notificato nelle mani del tunisino 51enne, in Italia senza fissa dimora; dell'italiano 19enne, residente a Castiraga Vidardo, sebbene di fatto senza fissa dimora e del marocchino di 24 anni, in Italia irregolare e senza fissa dimora, l’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere, già in stato di detenzione nella casa circondariale di Pavia, a seguito degli arresti del 23 e 27 gennaio.
Il provvedimento eseguito è stato emesso il 16 febbraio dal G.I.P. del Tribunale di Pavia, competente per territorio in relazione ai fatti contestati ai tre soggetti, in quanto la rapina commessa la sera del 21 gennaio ai danni di una coppietta nelle campagne fra Lodi e Pavia, si è consumata in territorio pavese.
Il magistrato, che ha dovuto riesaminare l’intero incarto ricevuto dalla Procura della Repubblica di Lodi e soprattutto valutare la conferma o meno della misure cautelari emesse a seguito del loro fermo di indiziato di delitto ad opera dei carabinieri di Lodi Vecchio, recependo pienamente le risultanze acquisite dagli operanti nel corso dell’attività investigativa, ha ritenuto tutti e tre responsabili dei reati di concorso in rapina pluriaggravata, sequestro di persona aggravato, detenzione illegale e porto di arma e possesso ingiustificato di strumenti atti ad offendere. In particolare le concordi dichiarazioni testimoniali raccolte, avallati dai riscontri ottenuti dall’analisi delle immagini di videosorveglianza comunali, nonché dalla positiva individuazione fotografica e dal rinvenimento dell’intera refurtiva presso il domicilio degli arrestati ha permesso di ricostruire che tutti e tre i soggetti in concorso fra loro hanno preso parte e sono responsabili del sequestro di persona e della rapina aggravata, a mano armata, ai danni della coppietta, durante la quale è stata asportata un’Audi A3 ed altri effetti personali. Il marocchino ha commesso un’altra rapina pluriaggravata, a mano armata, il giorno seguente, a Pieve Emanuele, ai danni di un’altra coppia ferma a bordo dell’auto in pieno centro abitato, durante la quale sono stati asportati telefoni cellulari ed effetti personali. La svolta investigativa si è avuta con l’attività di controllo al territorio della pattuglia di Lodi Vecchio che ha consentito di recuperare la sera del 23 gennaio, dopo un pericoloso e lungo inseguimento l’Audi A3 rapinata a Marudo, nonché un’ascia nascosta sotto il sedile anteriore, che è risultata essere l’arma utilizzata nella seconda rapina. A seguito del controllo i carabinieri hanno arrestato il tunisino e l’italiano per resistenza a pubblico ufficiale, nonché sulla base dei primi elementi quest’ultimo anche per rapina e sequestro di persona. Il 27 gennaio gli stessi militari hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto il terzo componente della banda il marocchino 24enne, trovato nel corso di una perquisizione domiciliare presso l’abitazione usata dal tunisino. Le operazioni hanno consentito anche di recuperare la restante refurtiva di Marudo, nonché ulteriori cellulari e borse verosimilmente riconducibili ad altri reati predatori. Il prosieguo dell’attività investigativa ha permesso di accertare che la refurtiva rinvenuta apparteneva proprio alla coppia di Pieve Emanuele la quale ha riconosciuto nel marocchino anche l’autore della rapina subita proprio con l’Audi A3 rubata e con l’ascia trovata al suo interno.
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