“C’è troppa puzza di gas nel lodigiano”, come attesterebbero i risultati della campagna Legambiente e CATF: vedi comunicato stampa regionale che documentano le emissioni fuggitive di metano e idrocarburi dalla storica centrale di trattamento e raccolta di idrocarburi ENI di Caviaga e quella recente di stoccaggio di metano di Cordegliano Laudense.
A Caviaga è nata l’Eni, con il primo pozzo estrattivo in Italia, ma non è più ammissibile che si registrino ancora fughe incontrollate oggi. A maggior ragione sono da condannare le emissioni dal nuovo e contestato stoccaggio di Conegliano, dimostrazione evidente che si risparmia sulla manutenzione degli impianti, anche a costo di disperdere metano che in ultima analisi pagheranno i consumatori, famiglie e imprese.
Le stime nazionali di emissioni fuggitive di metano dagli impianti energetici in Italia (ISPRA 2023) sarebbe pari a 3,8 milioni di tonnellate di CO2eq, quindi da sole l’1% dei totale dei gas serra emessi in tutta Italia. Il valore raddoppia se si considerano le emissioni di metano di tutti gli impianti energetici (come le centrali di Tavazzano e di Bertonico). Abbiamo ancora poche certezze sulle fughe dalle reti di distribuzione, comprese quelle cittadine. Non c’è dubbio invece che le emissioni prevalenti di metano derivino dal settore agrozootecnico (il 70% stima l’Agenzia internazionale per l’Energia).
Ogni molecola di metano liberato nell’aria contribuisce al cambiamento climatico in misura 86 volte maggiore alla molecola di biossido di carbonio (CO2). E la Provincia di Lodi è al terzo posto in Lombardia per emissioni di gas climalteranti a Kmq in Lombardia, come attesta lo stesso PTCP, nonostante i pochi abitanti e il basso valore di produzione in relazione alle altre provincie.
Per il Circolo di Legambiente Lodiverde è ora di dire “Basta sudditanza alle grandi aziende fossili, come Eni e IGS, è ora che si controllino di più e che vengano costrette a spendere in manutenzione degli impianti. E’ ora di programmare la chiusura progressiva delle grandi centrali elettriche fossili di Bertonico e Tavazzano (dimezzamento al 2030 e chiusura al 2040), così come le più piccole caldaie a metano del teleriscaldamento in pieno centro a Lodi di A2A.”
Sempre secondo Legambiente Lodi: “Infine, dobbiamo prepararci , grazie al minor consumo di proteine animali nella dieta degli italiani e degli europei, ad una conversione dell’agricoltura di pianura, verso produzioni alimentari di qualità per l’alimentazione umana (non per l’allevamento, come oggi). Buona cosa invece è la diffusione dell’agrivoltaico, quindi fotovoltaico a terra, compatibile con l’agricoltura rigenerativa, con le produzioni bio e di qualità. L’”agrivoltaico” è più rispettoso dell’ambiente e del paesaggio agricolo tradizione della pianura padana rispetto alle monocolture a mais o foraggio, o dei capannoni dei grandi allevamenti intensivi.”
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