In Lombardia i cinghiali causano incidenti stradali e devastano campi e colture in media due volte al giorno.
È quanto emerge da un’elaborazione su dati regionali in occasione della più grande manifestazione mai realizzata prima in piazza Montecitorio a Roma contro l’invasione degli animali selvatici, a cui hanno partecipato anche gli agricoltori e gli allevatori della Lombardia insieme a rappresentanti delle istituzioni.
Un’emergenza nazionale che non coinvolge più solo le aree rurali ma è un problema anche per i centri urbani, dove capita sempre più spesso di incontrare i cinghiali che attraversano le strade mettendo a rischio la sicurezza delle persone.
In Lombardia, ad esempio solo nel 2018 si sono verificati 180 schianti a causa di questi animali. Non stupisce quindi che 3 italiani su 4 considerano la fauna selvatica un pericolo per la circolazione.
In prima linea contro l’invasione dei cinghiali ci sono gli agricoltori che ogni giorno subiscono danni alle coltivazioni per centinaia di migliaia di euro all’anno.
“Posso anche smettere di coltivare mais – racconta Ennio Bonomi, agricoltore e allevatore di Pertica Bassa (Brescia) – Il problema è che sono troppi, si muovono in branco e di notte devastano i campi distruggendo piante e sventrando i terreni. Le abbiamo provate tutte, ma siamo costantemente in lotta. Siamo esasperati”.
“Produco mais, patate e soia – aggiunge Alberto Pagani, agricoltore di Binago nel Comasco – Questi animali rovinano tutto: i prati diventano campi di battaglia e senza un adeguato intervento sarà sempre peggio, perché il fenomeno è letteralmente esploso”.
A livello nazionale negli ultimi dieci anni i cinghiali sono più che raddoppiati, raggiungendo i due milioni di esemplari. Una proliferazione senza freni che sta mettendo a rischio anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali, distruggendo nidi di uccelli e tane degli altri animali, senza contare i rischi legati alla tenuta dei terreni danneggiati. “Siamo di fronte a una specie che provoca gravi danni allo stesso equilibrio idrogeologico – testimonia Silvio Moratti, delegato all’agricoltura del comune di Edolo (Brescia) - Scavando e rovinando i terreni in pendenza, infatti, i branchi di cinghiali possono provocare degli smottamenti pericolosi”.
“A fronte di questa grave situazione come Coldiretti abbiamo presentato un piano per ridurre i danni provocati dalla fauna selvatica – spiega Paolo Voltini, Presidente Coldiretti Lombardia – Occorre innanzitutto semplificare la normativa attuale responsabilizzando gli enti locali, per realizzare interventi finalizzati al contenimento del numero dei cinghiali che abbiano anche un impatto positivo sull’ambiente. Dalla carne degli animali abbattuti, inoltre, potrebbe nascere una filiera Made in Italy tracciata che costituirebbe anche un’occasione di sviluppo e occupazione”.
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