“Nelle prossime settimane istituiremo il marchio ‘Cacciato in Lombardia’ che metteremo a disposizione per valorizzare la selvaggina locale e contribuire ulteriormente al contenimento dei cinghiali. Con la nuova norma regionale già gli agriturismi possono fare rientrare la selvaggina lombarda come prodotto locale e l’obiettivo è quello di stimolare una vera e propria filiera della carne di selvaggina lombarda”.
Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, intervenendo a Porlezza (Como), al confronto sui cinghiali.
“Cinghiali, ma anche nutrie e altre specie – ha sottolineato l’assessore lombardo – sono dannose e pericolose, sia per la produttività agricola sia per la sicurezza del territorio. Purtroppo mancano gli aiuti del Governo, anche per una presa di posizione ideologica. Servirebbe un adeguamento normativo nazionale della legge 157, quella sulla caccia, che risale al 1992. Come Regione Lombardia – ha spiegato – abbiamo varato una norma che consente la caccia di selezione del cinghiale, anche con il visore notturno e con la tecnica del foraggiamento, per tutto l’anno. Ho deciso di utilizzare tutti gli spazi lasciati dalla normativa nazionale. L’unico modo per contrastare la diffusione del cinghiale è la caccia. Per questo rilancio la necessità di una alleanza tra mondo agricolo e mondo venatorio”.
“La caccia di selezione e di controllo – ha sottolineato – è importante perché, se fatta bene, consente di intervenire sullo sviluppo e sulla diffusione e presenza della specie. Con innegabili benefici sia per il mondo agricolo che per i cittadini. E invitiamo, per questo, tutti, a denunciare sia i danni all’agricoltura sia quelli patiti in conseguenza di incidenti stradali“.
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