Lo Stato si appropria in via definitiva dei beni del 'Boss della cocaina'.
Le indagini eseguite nei confronti del trafficante internazionale di cocaina Bledar Pajana - denominato “Messi d’Albania” a causa della somiglianza con il fuoriclasse argentino - hanno consentito di effettuare, oltre al sequestro di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente e all’arresto dei relativi responsabili, la definitiva confisca del patrimonio illecito accumulato dal boss.
Pajana era al vertice di un sodalizio criminale capace di gestire e far giungere sul territorio nazionale ingenti quantitativi di stupefacente proveniente dal Sudamerica, via Lisbona-Madrid.
Nella serata dell’11 ottobre del 2014, il boss, sentendo vicina la cattura da parte degli uomini del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Brescia, dopo una lunga e spericolata fuga alla guida di una Range Rover, poi abbandonata a Vigevano e sottoposta a sequestro, si era reso latitante rifugiandosi nel nord Europa.
A marzo 2015 il latitante veniva estradato dall’Olanda, dove era stato catturato nel dicembre 2014 su segnalazione delle Fiamme Gialle bresciane, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Brescia, su richiesta della Procura della Repubblica alla stessa sede.
L’attività delle Fiamme Gialle, tuttavia, non si concludeva con l’arresto del boss della droga, ma proseguiva per entrare in possesso dei suoi beni.
Su richiesta dell’autorità bresciana bresciana, il Tribunale di Brescia ha disposto la confisca dei suoi beni, ammontanti complessivamente a quasi un milione di euro.
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