Si è appena concluso il 53° Vinitaly a Verona che ha registrato 125mila presenze da 145 nazioni, in linea con l’edizione precedente ma aumentando invece la qualità e il numero dei buyer esteri accreditati che quest’anno registrano ancora un aumento del 3% per un totale di 33 mila presenze.
“È stato il Vinitaly più grande di sempre con 4.600 aziende, 130 in più dell’anno scorso, e 100mila metri quadrati espositivi netti, commenta Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – Sono aumentate di 20mila, per un totale di 80 mila, le presenze di wine lover al fuori salone di Vinitaly and the City. Registriamo molta soddisfazione da parte degli espositori e questo significa che la svolta intrapresa nel 2016 è la direzione da seguire. Dopo quella in Brasile, abbiamo lanciato la nuova piattaforma di promozione Wine To Asia attiva dal 2020 in Cina, a Shenzhen”.
Anche San Colombano era presente alla recente 53° edizione del Vinitaly. Con tre stand per la precisione: uno del Consorzio Vini di San Colombano (a cui sono associate 10 cantine) , uno di Nettare dei Santi e uno di Panizzari, due tra le più importanti realtà storiche banine.
La presenza del vino nostrano nel padiglione della Lombardia va visto nell’ottica di crescita della produzione lombarda in generale: nel 2018 nella nostra regione si è registrata una produzione di + 55% rispetto al 2017, in totale oltre 1,5 milioni di ettolitri di vino prodotto di cui 1.395 milioni a Denominazione di qualità (Docg, Doc e Igt). Nell’ambito dei questa produzione anche il San Colombano Doc e la Collina del Milanese IGT hanno fatto la loro parte. Ammonta infatti a oltre 2 milioni di bottiglie la produzione 2018, secondo i dati resi noti dalla Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza sulla base dei dati del Consorzio di tutela del San Colombano.
Nella collina che Milano condivide con le province di Lodi e Pavia – precisa la Coldiretti interprovinciale - sono 50 gli ettari di vigneti investiti a DOC e un centinaio quelli a IGT. La maggior parte dei terreni tra i comuni di San Colombano al Lambro (MI), Graffignana (LO) e Miradolo Terme (PV) è dedicata alla produzione del rosso.
Al Vinitaly l’azienda banina “Nettare dei Santi”, ha presentato per l’occasione il “Domm” rosè, con l’etichetta dedicata al Duomo di Milano, mentre Panizzari ha proposto l’ultima nata, la malvasia “Altea”, un vino molto aromatico, di ottima bevibilità, e “Stelle Blu del Mediterraneo”, un’etichetta studiata per l’ambiente e per le manifestazioni velistiche.
Secondo i dati della Coldiretti circa il 90% del vino lombardo è di qualità grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. E la qualità alla lunga paga, come dimostrano i dati sull’esportazione, che danno questo comparto in ascesa, con un incremento del 62% tra 2007 e 2017, raggiungendo il record storico di 271 milioni di euro.
Una presenza sempre più riconosciuta sui mercati internazionali, dove i vini lombardi sono ormai in pianta stabile tra i principali ambasciatori dell’eccellenza vitivinicola italiana. E una vocazione alla valorizzazione del territorio, attraverso azioni volte da un lato a recuperare una tradizione di grande valore e dall’altro a utilizzare strumenti e tecnologie all’avanguardia, che ha consentito di porre solide basi per essere sempre più protagonisti sulla scena mondiale.
(Daniele Acconci)
Era ricoverato a San Giovanni Rotondo, in Puglia, per...
E' accaduto nel Cremonese; le forze dell’ordine stanno...
Un uomo di 57 anni di Vescovato ha improvvisamente perso...