Attiravano i “clienti” offrendo loro un servizio completo, garantendo il trasporto dal Paese d’origine dei migranti clandestini, sino alla loro meta negli stati dell’Unione europea, in particolare la Francia, ma solo alla fine rivelavano il prezzo del servizio, garantendosi in questo modo l’impossibilità del rifiuto.
Al termine dell’attività investigativa denominata “Landayà”, che in lingua dioula (parlata in Burkina Faso, Costa d’Avorio e Mali) significa “fiducia”, i poliziotti della Squadra mobile di Catania hanno posto in stato di fermo di indiziato di delitto 17 delle 25 persone destinatarie del decreto emesso dal pubblico ministero, mentre otto non sono state rintracciate perché non presenti in Italia.
All’esecuzione dei fermi hanno collaborato gli agenti delle Squadre mobili di Asti, Cuneo, Genova, La Spezia, Pavia, Rimini, Savona e Torino.
Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dall’aver agito in più di dieci persone, e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravata dall’avere agito in più di tre persone in concorso tra loro, e per avere commesso il fatto al fine di trarne profitto anche indiretto e dalla transnazionalità.
Il gruppo era composto da cittadini della Costa d’Avorio, Guinea, Mali e Burkina Faso, proprio come la maggior parte dei migranti che gestiva.
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