Dopo la condanna della giustizia italiana, ecco quella della chiesa.
Don Mauro Inzoli, il sacerdote cremasco finito nei guai per una serie di atti sessuali nei confronti di minori, è stato ridotto allo stato laicale da parte di Papa Francesco.
La decisione assunta dal Pontefice è stata comunicata al diretto interessato dall'attuale vescovo della diocesi di Crema che, in un messaggio ufficiale, dichiara che dobbiamo accogliere "con piena docilità al Papa questa decisione, custodendola prima di tutto nel santuario della preghiera. Chiedo a me e a tutti voi di accompagnare questo momento in vero spirito di fede, portando nella nostra preghiera anzitutto i nostri fratelli che sono stati vittime dei comportamenti che hanno condotto il Papa a questa decisione. A loro, e alle loro famiglie, va ancora una volta tutta la solidarietà mia e della nostra Chiesa, che non può non provare un profondo dolore per il male compiuto da uno dei suoi preti".
Il prelato conferma, poi, che "Don Mauro, in quanto dimesso dallo stato clericale, non potrà esercitare il ministero sacerdotale né presiedere le celebrazioni sacramentali, neppure in forma privata; tuttavia – è bene precisarlo – non è scomunicato".
Il messaggio si conclude con l'invito a che "tutti preghiamo perché Dio, nel suo amore fedele, possa ricavare dal dolore di questi anni e di questi giorni, per tutti coloro che hanno sofferto e soffrono per queste vicende, per la nostra Chiesa cremasca e per don Mauro, un frutto più abbondante di perdono, di unità e di pace".
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