Stefano Binda è stato oggi condannato all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi, la giovane uccisa, nel gennaio del 1987, con 29 coltellate e ritrovata poi cadavere nel bosco di Cittiglio.
Nel corso della lettura del verdetto Binda, che era difeso degli avvocati Sergio Martelli e Patrizia Esposito, è rimasto impassibile.
A leggere la sentenza della Corte d’Assise di Varese, dopo oltre tre ore di camera di consiglio, è stato il giudice Orazio Moscato, che ha però escluso le aggravanti per futili e abietti motivi. L’accusa è di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
Secondo i giudici, quindi, l’uomo pretese un rapporto sessuale forzando la studentessa, poi la uccise perché “si era concessa ma non avrebbe dovuto farlo per via del suo credo religioso”. Presenti in aula Paola Bettoni, la mamma di Lidia, con i figli Stefania e Alberto. L’uomo è stato inoltre interdetto dai pubblici uffici ed è stato anche condannato a pagare una provvisionale di 200mila euro per la madre della ragazza e di 80mila euro ciascuno per la sorella e il fratello della vittima.
Era ricoverato a San Giovanni Rotondo, in Puglia, per...
E' accaduto nel Cremonese; le forze dell’ordine stanno...
Un uomo di 57 anni di Vescovato ha improvvisamente perso...