Raddoppiati in 10 anni i boschi di castagne in Lombardia, passati dai 385 ettari del 2006 ai quasi 900 attuali.
Quest’anno la produzione a livello regionale dovrebbe sfiorare il milione di chili per oltre 30 milioni di castagne che verranno raccolte sino alla fine del mese, a seconda delle varietà e della posizione.
Le ultime a finire nelle ceste saranno infatti quelle nelle zone di montagna sopra i 700 metri. La qualità è alta, senza funghi o muffe, e anche il cinipide, parassita asiatico che danneggia i frutti, è stato sconfitto grazie all’introduzione del torimide, una specie di insetto “terminator” anche lui orientale, che distrugge le uova del parassita e poi si autoestingue quando non ci sono più gli imenotteri di cui si nutre.
“Grazie ai risultati della lotta biologica – spiega Marco Bazoli, specialista del Servizio Fitosanitario dell’Ersaf – il cinipide sembra non costituire più un problema, la sua presenza non è più endemica ed è stato declassato a un livello di pericolosità fisiologica, come tante altre patologie. E’ stata una bella vittoria”.
Possono così tirare un sospiro di sollievo i castanicoltori di tutte le zone della Lombardia, dove il record dei boschi spetta a Brescia con 420 ettari. A seguire Como con 143 ettari, Sondrio con 137, Lecco con 81, Bergamo con 77 ettari, Varese con 25 ettari, Pavia con quasi 10 e Monza Brianza con più di 3 ettari.
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