Negli ultimi giorni sono state diffuse da numerosi mezzi di informazione alcune teorie, del tutto prive di evidenza scientifica, che vedono nel mondo allevatoriale la causa originaria del contagio da Covid-19 nel nord Italia, in particolare nei territori di Lodi, Cremona, Brescia e Bergamo.
Purtroppo questa tesi, basata su ricostruzioni verosimili ma non accertate, è stata ripresa anche da autorevoli rappresentanti del mondo economico e produttivo, come il presidente degli industriali lombardi.
“Siamo molto stupiti – commenta Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia – da chi, in un momento difficile come questo, perde il proprio tempo ad alimentare polemiche sterili: siamo ancora in piena emergenza sanitaria, abbiamo di fronte a noi una crisi economica gravissima, non sappiamo ancora come gestiremo le prossime settimane in assenza di adeguate forniture di dispositivi di protezione individuale e di test sugli anticorpi. In questo quadro – afferma ancora Boselli – rilanciare ipotesi non provate non solo è fuori luogo ma anche completamente inutile. Peraltro – prosegue il presidente –, nelle riunioni operative che sono state fatte a livello provinciale e regionale, il mondo degli allevatori non si è mai opposto alla creazione di zone rosse di sicurezza per evitare la diffusione del contagio e si è sempre adeguato scrupolosamente alle normative che sono state di volta in volta emanate, proseguendo ancora oggi nello svolgimento del proprio lavoro, nonostante le numerose difficoltà. Siamo sempre in prima linea per produrre un cibo sano e sicuro per tutti”.
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