"Rivedere la PAC (politica agricola comunitaria)".
Lo sollecita anche Mario Vigo, imprenditore agricolo del milanese, dopo la decisione di alcuni paesi europei come l'Ungheria, che ha creato un limite alle esportazioni favorendo il proprio mercato interno e la decisione di un altro paese europeo come la Bulgaria, che ha deciso di aumentare gli stock di prodotto.
"E' quanto mai urgente che l’Unione Europea e, conseguentemente l’Italia, rivedano i propri piani di approvvigionamento del settore dei cereali, in particolare grano e mais proprio alla vigilia delle semine primaverili - rileva Vigo -; infatti è necessario rimarcare che nello scorso anno, l’Italia ha importato dall’Ucraina, cosa non prevedibile per l’anno in corso causa guerra, il 20% di mais e di grano".
"In conseguenza di tutto ciò si ritiene prioritario, da parte dell’Unione Europea, di rimandare l’introduzione della nuova PAC prevista per il 2023 e riproporre un nuovo piano di produzione che preveda l’abolizione dei cosiddetti terreni a riposo (misura EFA) con l’obiettivo di ripristinare le produzioni cerealicole, in particolare in un paese così produttivo come l’Italia" conclude Vigo.
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