“Sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia è ancora in vigore il contratto siglato a inizio anno che deve essere rispettato fino alla fine, fatto salve eventuali correzioni concordate tra le parti che al momento non esistono”.
Così il vice presidente di Coldiretti Lombardia Paolo Carra a Italatte, società del gruppo Lactalis che è la più importante industria casearia a livello nazionale, in relazione agli incontri in corso tra le parti per valutare la situazione di mercato e valutare eventuali modifiche dell’accordo in essere.
L’ultimo contratto siglato prevede il riconoscimento alla stalla di 57,5 centesimi al litro per i mesi da febbraio a giugno 2023, con l’impegno delle parti a ritrovarsi ad aprile per valutare la situazione del mercato e concordare eventuali correttivi all’intesa.
“Come da accordi – continua il vice presidente Carra – sono iniziati gli incontri con i referenti dell’industria, ma al momento non sono state sottoscritte modifiche. Non capiamo quindi perchè Italatte abbia comunicato agli allevatori lombardi conferenti, la scelta unilaterale di applicare nuovi criteri per stabilire il prezzo a partire dal mese di aprile. Si tratta di una fuga in avanti ingiustificata che non possiamo accettare”.
Con circa 5 mila allevamenti la Lombardia produce quasi la metà di tutto il latte italiano. La stabilità della rete zootecnica ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.
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