"È un momento di dolore, è il momento di essere tutti vicini ai familiari di Matteo e Pierluigi morti in un conflitto a fuoco nell’adempimento del dovere, ai loro colleghi della questura di Trieste e amici con cui hanno condiviso i turni di servizio. Sono innumerevoli le attestazioni di cordoglio e di vicinanza che ci avete inviato e che continuano ad arrivarci da ogni angolo d’Italia e dall’estero.
La vostra dimostrazione di affetto e riconoscenza per tutti gli uomini e le donne della Polizia di Stato ci riempie di orgoglio e dà senso al nostro 'esserci sempre'."
Le parole dei colleghi di lavoro dei due poliziotti uccisi a Trieste.
Un'omelia importante, ieri sera quella di Monsignor Giampaolo Crepaldi, Vescovo-Arcivescovo della città giuliana, pronunciata in una Beata Vergine del Rosario strapiena, così come all'esterno, in piazza Piccola e nelle vie prossime alla Questura. Una città, le sue istituzioni, i suoi valori, i sogni infranti di Matteo e Pieluigi. Un dolore che è ricomparso all'improvviso e che Trieste conosce, la sua storia lo conosce. Una comunità si è stretta per ricordare che Matteo e Pierluigi hanno garantito fino a ieri il bene prezioso di una convivenza giusta.
Una folla solidale che si è trattenuta con piacere in strada, con fiaccole e candele che hanno confortato i dubbi dell'oscurità.
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