La Corte di giustizia dell’Unione Europea, ribaltando il parere depositato a gennaio dall’avvocatura generale, ha stabilito che – in linea di principio – gli organismi ottenuti mediante nuove tecniche di mutagenesi sono da considerarsi Ogm e sono quindi soggetti agli obblighi previsti dalla direttiva sugli organismi geneticamente modificati.
Tuttavia, la stessa Corte, in modo molto ambiguo, non considera come Ogm gli organismi ottenuti da mutagenesi attraverso tecniche utilizzate convenzionalmente e con lunga tradizione di sicurezza, affidando in ogni caso agli Stati membri la facoltà di includere anche questi ultimi tra gli Ogm.
“Siamo amareggiati per questa sentenza – commenta Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia – poiché queste tecniche innovative, in continua evoluzione, possono garantire risultati importanti per la salvaguardia delle nostre produzioni, per eliminare sprechi alimentari e sviluppare un’agricoltura sostenibile. L’innovazione e la ricerca – continua Boselli –, a differenza di quanto sostenuto da altre organizzazioni agricole, sono necessarie proprio per tutelare le produzioni tipiche, oggi minacciate da malattie difficili da controllare e dai cambiamenti climatici”.
L’organizzazione regionale, insieme a Confagricoltura nazionale, auspica che questa sentenza possa aprire un dibattito politico serio per una revisione di tutta la normativa in materia, “attraverso una riflessione – conclude il presidente di Confagricoltura Lombardia – basata sui dati scientifici e non sui pregiudizi ideologici”.
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