“Il prolungato periodo di siccità e le previsioni metereologiche che confermano il perdurare della situazione anche per i prossimi giorni impongono che un’immediata deroga al Deflusso Minimo Vitale”. Lo chiede Alessandro Bettoni, presidente del Consorzio Dunas.
Di giorno in giorno, infatti, aumentano le richieste di acqua per irrigare le colture, prati, frumenti, pomodori, ma questa scarseggia sempre più, con il paradosso che la poca che c’è non si può nemmeno distribuire al territorio per lasciarla scorrere nel fiume. I laghi di Como ed Iseo iniziano ora la fase di ricarica per far fronte alle richieste estive e non hanno sufficiente acqua. Il fiume Serio è ridotto ad un torrente, così come il Tormo, l’Aspice e tutti i sistemi di fontanili e colatori che si alimentano dalla falda o tramite la rete irrigua superficiale.
“Ancora oggi – prosegue Bettoni - assistiamo all’incapacità della burocrazia di affrontare situazioni emergenziali per l’agricoltura ed il territorio. Una norma che è lodevole nei suoi principi, quelli di garantire un minimo di acqua per la tutela dell’habitat fluviale, si trasforma in una spada di Damocle per il territorio che si giova di un sistema irriguo millenario”.
La legge sul Deflusso Minimo Vitale prevede infatti che nei fiumi debba sempre rimanere il 10% della portata media naturale annua. “Sembra un percentuale di poco conto – continua il presidente del Dunas – ma, in una situazione come quella di oggi, si tramuta nella totalità dell’acqua disponibile: ad esempio nel fiume Serio quel 10% a Crema corrisponde a 3,5 m3/s, peccato che oggi non ci sono nemmeno 3 m3/s, la poca acqua che c’è deve rimanere nel fiume, a scapito di oltre 15.000 ettari serviti dalle antiche rogge di irrigazione”.
La situazione dei fiumi Adda e Oglio è meno drammatica ma è comunque grave: oltre la metà dell’acqua disponibile è lasciata in fiume, le rogge non riescono a derivare nemmeno il 30% dell’acqua che potrebbero prelevare.
“La stessa legge – dice il presidente del Consorzio di bonifica - prevede che, in casi di crisi idrica, possa essere concessa una deroga temporanea che porta il DMV dal 10% al 5%, ma la burocrazia ed il numero di soggetti che si devono esprimere per acconsetire alla deroga la rende di fatto inapplicabile”.
Regione Lombardia consente la deroga in base alle determinazioni dell’Osservatorio Permanente degli Usi Idrici dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po con sede a Parma che, incontrandosi lo scorso 8 aprile, e ravvisando una “scarsità modesta, ma che potrebbe aumentare nelle prossime settimane”, ha stabilito di incontrarsi nuovamente il 7 maggio.
“Non possiamo che sollecitare con estrema urgenza – afferma Bettoni - la richiesta di deroga al DMV già avviata dall’assessore Rolfi nei giorni scorsi, rimarcando ancora una volta come sia sempre più necessario individuare dei meccanismi automatici che, al verificarsi di determinati scenari, stabiliscano una deroga immediata. Chiediamo inoltre la convocazione urgente del tavolo dell’acqua regionale affinche si decida in quella sede, a livello politico e non burocratico, quali debbano essere le strategie per affrontare il tema dell’acqua in Lombardia. Dopo anni di studi e sperimentazioni dove si è dimostrata la sostanziale inefficacia del Deflusso Minimo Ambientale al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale prefissati – conclude il presidente del Dunas -, è forse l’ora di riconsiderare a fondo l’applicazione di una norma che sinora ha solamente penalizzato il nostro territorio di pianura rendendolo più siccitoso, a scapito non solo del comparto agroalimentare, ma anche del nostro paesaggio che si regge su un sistema irriguo secolare unico al mondo”.
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