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NO ALLA GARA DI CACCIA A DESIO

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Martedì 23 Aprile 2019

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“La caccia non è uno sport, come amano ripetere i cacciatori, ma una pratica di morte. Perciò ci opponiamo con la massima determinazione alla gara di caccia alla quaglia, su volatili “liberati” per essere subito dopo uccisi, prevista a Desio il 27 e il 28 aprile. Non possiamo permettere una tale barbarie nel cuore della nostra Brianza”.

Lo scrivono Barbara Zizza e Chiara Nogarotto, rispettivamente responsabile e viceresponsabile della sezione Monza e Brianza del Movimento Animalista, entrambe con una lunga esperienza di attività agonistica, Barbara nel pattinaggio artistico a rotelle e Chiara nel nuoto. 

“Abbiamo già provveduto - spiegano - a contattare l’amministrazione comunale di Desio, con la quale stiamo collaborando proficuamente per la realizzazione del patentino per proprietari consapevoli di animali d’affezione. Ci hanno prontamente risposto, spiegando che l’autorizzazione dell’iniziativa non è comunale, ma regionale, e che il quagliodromo in oggetto è di proprietà privata. Coinvolgeremo le istituzioni perché manifestazioni del genere vengano quanto prima proibite”.

In attesa dell'abolizione della caccia - da ottenere anche indirettamente, attraverso la cancellazione dell’art.842 del codice civile - il Movimento animalista sostiene le iniziative legislative dell’on. Michela Vittoria Brambilla per l’introduzione di controlli più severi e misure più restrittive per l'attività venatoria. Le sue proposte di legge puntano a raddoppiare le distanze di sicurezza, a vietare la caccia nei fine settimana e prevedono visite mediche periodiche per i cacciatori, controlli sulle armi.

“La stragrande maggioranza degli italiani – ricordano Zizza e Nogarotto - chiede un cambiamento e non accetta più di piangere passivamente le vittime innocenti di un’attività anacronistica”. Secondo dati dell’Associazione Vittime della Caccia, la stagione 2018-2019 ha contato in ambito venatorio 13 morti e 50 feriti, di cui 2 bambini. Nelle 11 stagioni di caccia tra il 2007 e il 2018 ci sono stati 217 morti e 804 feriti. “Per questo – sottolinea la nota - sosteniamo la proposta dell’on. Brambilla sull’introduzione del reato di omicidio venatorio”.

“La caccia non è, e non si può considerare uno sport”, ribadisce Manuela Gigante, responsabile regionale del Movimento Animalista. “In un vero sport tutti i partecipanti sanno di gareggiare e sono posti sullo stesso piano. Questo è un massacro. Non ci potremo ritenere un popolo civile finché ne permetteremo l’esistenza”.

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