Sono state rese pubbliche, nel corso dell’incontro di sabato mattina scorso, le prescrizioni dell’Istituto Superiore di Sanità in relazione al nuovo gruppo della centrale di Tavazzano: la centrale incrementerà la sua potenza, cioè produrre molta più energia elettrica nell’unità di tempo, con l’aggiunta di 850 MWe di una nuova centrale a ciclo combinato a gas metano.
Dopo il parere dell’ISS, manca solamente la conclusione della procedura di VIA del Ministero dell’Ambiente per far partire i lavori.
Attualmente sono in esercizio due moduli a ciclo combinato: il primo, da 760 MW, è entrato in servizio a gennaio 2005 ed è costituito da due turbine a gas e due generatori di vapore a recupero, accoppiati a una turbina a vapore; il secondo, da 380 MW, è entrato in servizio a novembre 2005 e ha una sola turbina a gas e un solo generatore di vapore accoppiato alla turbina a vapore.
Quindi un totale di 1.140 MW funzionanti oggi.
Il passaggio fondamentale delle prescrizioni è il seguente: “il proponente dovrà esercire i gruppi della centrale termoelettrica (…) in modo che le emissioni massiche annuali di NOx non superino quelle attuali determinate sulla base dello scenario di riferimento …”: quindi si potrà produrre più energia istantanea, ma l’insieme dei gruppi non potrà produrre più del massimo di ciò che ha prodotto negli ultimi anni.
«Apparentemente si tratta di una norma assai severa, in realtà, come illustrato nell’esemplificazione finale delle prescrizioni, si vede bene che i gruppi principali che compongono la centrale potranno funzionare poco più della metà delle ore all’anno - spiega Andrea Poggio, segretario del circolo Legambiente LodiVerde -. Si deve sapere che negli tre anni tra il 2017 e il 2019 la centrale ha funzionato mediamente al 36% della sua capacità (3120 ore all’anno). Mentre domani la centrale con una potenzialità pari ad oltre il 50% (tra le 4.500 e le 6.500 ore all’anno). Quindi in realtà potrà inquinare un po’ di più di quando emesso negli anni scorsi».
Ma la domanda principale che il Circolo Legambiente LodiVerde pone alle autorità provinciali e regionali è un’altra.
Sicuri che sia necessario potenziare le centrali a combustibili fossili? Noi pensiamo proprio di no.
L’Europa ha pochi mesi fa deciso di ridurre le emissioni di CO2 al 2030 del 55%. Per ottenere questo risultato l’associazione Confindustriale “Elettricità Futuro” ha già dichiarato e comunicato al governo italiano di dover produrre il 70% dell’elettricità che serve al 2030 in Italia con fonti rinnovabili (soprattutto solare ed eolico).
Oggi in Italia (ultimi dati GSE relativi al 2020) il 36% dell’elettricità consumata è rinnovabile. Quindi in futuro dovremo produrre il doppio dell’elettricità rinnovabile di oggi e molto meno da combustibili fossili.
Poniamo allora le seguenti domande: • Perché allora il lodigiano apre cantieri per centrali e non per tetti solari? • Perché la Provincia non aiuta i comuni a costituire comunità energetiche? • Perché la Regione Lombardia non tappezza di pannelli gli edifici delle proprie case popolari in tutti i comuni? • Perché i Comuni non impongono tetti solari a tutti i supermercati e capannoni di logistica che lasciano costruire al posto del suolo agricolo?
È necessario cambiare direzione: nell’incontro on line della rete di associazioni “Umanità lodigiana”, dal titolo “Cambiamenti climatici e comunità energetiche”, abbiamo messo in risalto l’esperienza positiva del comune di Turano Lodigiano, che ha dato vita a una comunità energetica.
Il progetto prevede l’installazione, da parte di Sorgenia, di un impianto fotovoltaico da 50 kW. Il progetto permetterà quindi sia di produrre l’energia necessaria per il fabbisogno dei due comuni, sia di mettere a disposizione di alcune famiglie delle due comunità quella in eccesso.
Scuola, famiglie e attività saranno dunque coinvolte per distribuire l’elettricità prodotta dalla propria piccola centrale rinnovabile. E’ solo l’inizio di quel che nelle vallate trentine o in Austria e in Germania fanno centinaia di migliaia di abitanti, comunità, attività professionali e produttive. Legambiente stima che le comunità energetiche in Italia possano raccogliere miliardi di finanziamenti etici e dare occupazione a 19mila occupati fissi nei prossimo 10 anni (coefficienti GSE).
Era ricoverato a San Giovanni Rotondo, in Puglia, per...
E' accaduto nel Cremonese; le forze dell’ordine stanno...
Un uomo di 57 anni di Vescovato ha improvvisamente perso...