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NUOVE LOGISTICHE IN ARRIVO NEL LODIGIANO

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Venerdì 08 Settembre 2023

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“Nuove logistiche, fermiamoci e ragioniamo insieme” è stato l’appello del sindaco di San Martino in Strada, Andrea Torza, l’8 agosto scorso. Legambiente chiede ora, al rientro dal periodo feriale, che l’appello venga ripreso e che la Provincia e tutti i Comuni abbraccino la proposta per tradurre la richiesta in precisi e vincolanti strumenti urbanistici da prevedere nel nuovo Piano Territoriale. 

L’ultimo rapporto dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul consumo di suolo attesta che nel solo 2021 ben 9.543 ettari di terra sono state cementate o asfaltate in Provincia di Lodi, con una crescita del 44% rispetto all’anno precedente, quello del lockdown. L’obiettivo dell’Agenda 2030 dell’ONU prevede invece l’azzeramento del consumo di suolo connesso alla fine della crescita demografica: quindi dovremmo già ora “restituire” alla natura (foreste) o all’agricoltura sostenibile quasi 10 mila ettari di troppo. Gli edifici (e i capannoni) rappresentano solo il 25% delle cause di occupazione di suolo: la gran parte è causato da parcheggi, strade, raccordi, rotatorie e svincoli richiesti proprio dai trasporti e dai camion dei nuovi centri logistici.

Ecco perché è particolarmente importante non lasciar fare le scelte alla speculazione immobiliare e pretendere che la nuova logistica sia legata solo a scelte imprenditoriali serie e lungimiranti. Per questa ragione chiediamo che i nuovi insediamenti siano concentrati esclusivamente vicino ai nodi ferroviari oppure in aree dismesse già dotate di raccordi ferroviari, come ad esempio a Casalpusterlengo, Codogno, o l’area ex Gulf di Bertonico. I collegamenti ferroviari, se non ci sono, devono essere previsti, anche perché in futuro i trasporti dovranno divenire sempre più elettrici e a zero emissioni (i camion con motori a combustione non potranno più essere venduti in Europa dopo il 2040).

Oggi la logistica sta cambiando, come sta già accadendo nelle più importanti aree interportuali di Piacenza, Busto-Gallarate, Mortara: non si basa più sulla speculazione immobiliare, non affitta più capannoni vuoti, ma prevede insediamenti fortemente infrastrutturati (interporti, interscambio ferro-gomma, raccolta e depurazione acque, rinnovabili e colonnine di ricarica…). Nei nuovi poli logistici non speculativi si insediano in genere imprese “capital intensive” che provvedono anche alla trasformazione delle merci per la distribuzione e il mercato finale. Ecco perché non ha senso la polverizzazione degli insediamenti in tutto il territorio ed è richiesto un accordo tra i comuni per condividere opportunità e compensare gli impatti territoriali della nuova logistica.

I poli logistici vanno considerati come le centrali elettriche di Tavazzano o Bertonico: vanno previste convenzioni che riguardano la Provincia e tutti i comuni su cui gravitano le conseguenze dell’insediamento, compreso il traffico indotto dai camion e l’inquinamento che provocano. Come per le centrali, devono essere previsti piani di progressiva riduzione degli impatti, sino alle emissioni zero entro il 2040-2050, perché allora tutto il trasporto dovrà essere elettrico e rinnovabile.

(Comunicato del Circolo Legambiente LodiVerde APS)

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