Numeri significativi e corposi che attestano l’Unità Operativa di Oculistica dell’ASST di Lodi in posizioni di assoluto rilievo.
Nello scorso anno sono stati, ad esempio, quasi 3.500 gli interventi di cataratta e circa 3.000 le iniezioni intra-vitreali, procedure terapeutiche che consentono di migliorare le prognosi di molte patologie, in gran parte degenerative, della retina.
Massimo De Micheli è il primario della struttura che opera quotidianamente con tre sale operatorie dedicate: due a Codogno e una a Lodi (a Sant’Angelo i suoi oculisti sono impegnati con una offerta prettamente ambulatoriale, organizzata anche negli altri due presidi).
De Micheli conferma che gran parte dell’attività riguarda la chirurgia della cataratta (quasi il 70%); il resto interessa interventi vitreo-retinici, contro le patologie dell’invecchiamento della retina (in costante aumento) o la chirurgia del glaucoma o dello strabismo (che interessa, in particolare, il paziente pediatrico) oltre al trapianto di cornea (circa 50 all’anno).
“La nostra struttura segue e tratta a 360 gradi tutte le malattie oculari – spiega De Micheli – e ciò ci caratterizza rispetto ad altri centri, tanto da essere per loro un riferimento”
“I nostri pazienti arrivano, non a caso, dal lodigiano, ovviamente – aggiunge lo specialista - ma anche da altre province e in qualche caso anche da fuori regione. Il fatto è che tutti gli oculisti del reparto (12) sono chirurghi e ruotano tutti sulle tre le sale operatorie”.
Di più: i professionisti sono impegnati, altresì, presso la rete ambulatoriale della specialità (di oftalmologia generale e al contempo di secondo livello dedicata alle diverse malattie dell’occhio) e nell’attività diagnostica.
Al lavoro dei medici si affianca una straordinaria e capace squadra di infermieri e di personale tecnico: 11 operatori fra infermieri e OSS, oltre a 6 ortottisti (la loro coordinatrice è Cristiana Sergiampietri).
La struttura è dotata di tecnologie al top e di ultimissima generazione: il primario ricorda fra l’altro l’ultimo microscopio 3D Zeiss introdotto, “che permette al chirurgo oculista di lavorare su immagini più grandi e definite, grazie all’elaborazione digitale tridimensionale. Il sistema consente di visualizzare in sala operatoria la retina in maniera molto più approfondita, con ingrandimenti superiori e con una illuminazione migliore rispetto ai microscopi tradizionali”.
A beneficiarne sono diversi ambiti della chirurgia oculistica e in particolare quella vitreo-retinica. L’obiettivo – dice il primario – è acquisire nei prossimi mesi una analoga tecnologia.
“Recentemente abbiamo introdotto – sottolinea ancora De Micheli - una innovativa terapia denominata cross linking che tratta una patologia progressiva della cornea, il cheratocono, che nei casi più gravi può comportare la necessità di un trapianto di cornea”. Il trattamento è a bassa invasività, con limitati rischi di complicanza e un più veloce tempo di recupero per il paziente.
Vale la pena segnalare, infine, la collaborazione con il San Raffaele: l’Oculistica di Lodi è centro di riferimento per il training di chirurgia degli studenti dell’Università Vita-Salute.
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