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PACEMAKER SENZA FILI

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Mercoledì 25 Ottobre 2023

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Pesa solo 2 grammi ed è poco più grande di una pillola il pacemaker senza fili posizionato nel cuore di una signora di 82 anni che, per le sue particolari condizioni cliniche, non poteva essere sottoposta a un impianto di pacemaker standard. L’intervento, eseguito il 17 ottobre scorso dall’équipe di Emodinamica ed Elettrofisiologia dell’Ospedale Maggiore di Lodi, d’ora in avanti amplierà le possibilità di trattamento per i pazienti del Lodigiano affetti da anomalie del ritmo cardiaco presi in carico dalla Struttura Complessa di Cardiologia dell’ASST di Lodi, diretta dal dottor Pietro Mazzarotto.

A differenza del pacemaker tradizionale con elettrocateteri, l’innovativo dispositivo in titanio, leggerissimo, viene posizionato grazie a una procedura mini-invasiva che si esegue per via percutanea (basta solo una piccola incisione nella gamba) e in anestesia locale, minimizzando così le complicazioni per il paziente. Il pacemaker senza fili, inserito all’interno di un tubicino flessibile, viene fatto avanzare attraverso la vena femorale fino a raggiungere la cavità cardiaca dove, una volta correttamente posizionato, viene “sganciato” e programmato per consentire al cuore di battere regolarmente. L’intervento dura generalmente un’ora e i pazienti che vengono sottoposti a questa procedura possono essere dimessi dall’ospedale dopo circa 24-48 ore, riprendendo così le proprie attività abituali nel giro di pochi giorni.

«Il cosiddetto “pacemaker leadless” è un sistema innovativo di stimolazione cardiaca che rappresenta una importante alternativa in alcuni pazienti selezionati. Si tratta mediamente di pazienti fragili, per esempio con alto rischio infettivo, o di persone che presentano particolari condizioni anatomiche tali per cui è impossibile procedere all’impianto del pacemaker standard con elettrocateteri», spiega il dottor Luca Poggio, lo specialista in elettrofisiologia che ha eseguito l’intervento insieme ai colleghi dell’équipe, tra cui il dottor Francesco Villella di recente entrato a far parte del team. «In questo specifico caso, di cui esistono pochissimi esempi in letteratura, abbiamo scelto di utilizzarlo a causa dell’anatomia complessa della paziente e della sua storia clinica pregressa caratterizzata da diverse procedure cardiochirurgiche che hanno inficiato la fattibilità della tecnica standard. Il vantaggio, in generale, è dato dal fatto che si tratta di uno stimolatore molto piccolo che, se adeguatamente collocato, ha un’autonomia di almeno 10 anni ed è ottimamente tollerato. Se il decorso è regolare, il paziente viene controllato dopo circa un mese dall’intervento e dopodiché viene sottoposto a controlli periodici una volta l’anno».

Come sottolinea il dottor Pietro Mazzarotto «l'impianto di questo dispositivo, che rappresenta una delle frontiere più avanzate della moderna elettrofisiologia, è un'altra tappa importante del piano di sviluppo che, con l'ingresso del dottor Luca Poggio nella nostra équipe, abbiamo avviato all'inizio dell'anno per questo settore della cardiologia». Dall’inizio del 2023 a oggi, infatti, sono stati eseguiti 309 impianti totali, con una crescita di oltre il 50% rispetto ai 200 effettuati nell’intero 2022. Per il prossimo anno si stima un raddoppio delle procedure di elettrofisiologia rispetto al 2022. «Ma i numeri da soli non ci dicono nulla sulle tipologie e sulla qualità degli interventi che stiamo mettendo in campo – prosegue il dottor Mazzarotto –  . Di questo parlano l'impianto del pacemaker senza fili e altre procedure innovative effettuate nei mesi scorsi. Ci attendono altre tappe di un programma che si concluderà nei prossimi due mesi e che ci doterà, anche nel settore dell'elettrofisiologia, di tutte le tipologie di interventi che una cardiologia moderna e avanzata deve essere in grado di offrire a chi soffre di aritmie cardiache».

«Sono molto soddisfatto dell’introduzione di questa nuova procedura che ci permette di rispondere in maniera sempre più efficace ed adeguata ai bisogni di salute dei cittadini che si rivolgono all’ASST di Lodi, dove possono trovare professionisti preparati e tecnologie all’avanguardia», conclude il Direttore Generale dell’ASST di Lodi, Salvatore Gioia.

 

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