Fare lezione alle superiori mettendosi in cattedra, senza coinvolgere o stimolare gli allievi e pretendendo silenzio e concentrazione è anacronistico.
Servono altre strategie, come spiega Enrico Carosio, formatore e docente di metodologia per la formazione all’Università Cattolica di Milano. Carosio ha coordinato il corso di formazione rivolto ai docenti dei Centri di Formazione Professionale del Lodigiano che sono inseriti nel progetto TiLab, promosso da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo per rilanciare la formazione professionale in provincia di Lodi.
“Grazie al corso voluto dal progetto TiLab gli insegnanti sono entrati in una dimensione, che gli ha permesso di tirare fuori le potenzialità di ragazzi e ragazze, comprendendo i loro desideri e le loro inclinazioni – spiega il docente - . Esistono metodologie didattiche che consentono di far sentire i ragazzi protagonisti del loro percorso di apprendimento, attivi e non passivi”.
Un approccio che ha conquistato gli insegnanti che hanno seguito le lezioni tenute nella sede di via Legnano del Cfp Calam, capofila del progetto TiLab. “La cosa bella di questo corso è stato il fatto di mettere nuovamente al centro della didattica l’alunno come persona, in modo da formarlo a 360 gradi – spiega Paolo Ruggeri, insegnante di informatica nel corso operatore informatico del Cfp Calam - .
Con questa metodologia formiamo un ragazzo dal punto di vista delle competenze personali, per metterlo nel mondo del lavoro con equilibrio e abilità”.
L’aspetto che gli è piaciuto di più è stato quello di coinvolgere gli allievi nella preparazione della lezione, utilizzando strumenti come gli schermi, dove mostrare quiz a risposta multipla che potevano aiutarli a riflettere e a trovare insieme soluzioni.
“A mio parere i ragazzi hanno bisogno di un nuovo tipo di insegnamento che esca dai canoni tradizionali – aggiunge - perché hanno diritto a un’esperienza scolastica positiva in modo da rivolgersi al mondo del lavoro con fiducia”.
Anche per Elisa Tornari, insegnante di sostegno all’Itis Volta di Lodi, il corso è stato un’occasione di crescita.
“Abbiamo ricevuto tantissimi spunti da questo corso grazie a un docente veramente valido – racconta - . Mi ha colpito la tecnica del messaggio io (tecnica di comunicazione efficace sviluppata dallo psicologo Thomas Gordon, ndr), che consente di mettersi in relazione con gli studenti parlando di sé stessi, permettendo di far arrivare loro un messaggio forte, che possa coinvolgerli anche quando si stanno dicendo cose spiacevoli. Di solito invece i docenti stanno sempre con il dito puntato verso di loro e si mettono in cattedra”.
Un atteggiamento che non aiuta a rafforzare fiducia e autostima nei giovanissimi.
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