Nel corso della recente festa del 1° maggio, sia il Presidente della Repubblica che le organizzazioni sindacali hanno denunciato il dramma degli incidenti sul lavoro in Italia: quasi 600 mila all’anno.
Nelle officine, sulle strade, nei campi, ma è nei cantieri delle costruzioni che si muore di più: ben 150 morti. E’ questa la preoccupazione che ha spinto il presidente del circolo Legambiente Lodiverde, Andrea Sari, a scrivere al prefetto di Lodi, Enrico Roccatagliata, al presidente della Provincia, Fabrizio Santantonio e al sindaco di Lodi, Andrea Furegato, per sollecitare un ulteriore e più stringente “Preotocollo d’accordo” tra le parti sociali per i cantieri dell’edilizia e delle infrastrutture.
Si ricordano i cantieri appena aperti o in programma per il PNRR, come quelli del Linificio per il Museo cittadino, o la nuova sede del Liceo Einaudi previsto dalla Provincia, così come i grandi cantieri privati, come per esempio a Lodi quello residenziale dell’ex ABB e quello dell’Esselunga dall’altra parte della stazione ferroviaria, oppure, nei Comuni del lodigiano si stanno aprendo cantieri privati per la realizzazione di nuovi insediamenti industriali, di logistica e cantieri pubblici (PNRR).
“A Milano - scrive il presidente del circolo Legambiente - nel luglio di due anni fa, prevedendo i cantieri di trasformazione urbanistica ed edilizia e le opere del PNRR, Prefetto e Sindaco hanno deciso di aggiornare il "Protocollo d'intesa per la regolarità e la sicurezza del lavoro nel settore delle costruzioni" già siglato in occasione di Expo nel 2012, che ha coinvolto tutte le organizzazioni sindacali (Assimpredil-ANCE, Artigiani, Cooperative), dalla Provincia e i Comuni, l’Ispettorato del Lavoro, l’ATS (Servizio Sanitario), l’INPS, l’INAIL (Ente antinfortunistico), la Cassa Edile e la Scuola Edile (ESEM). Così come a Milano e a Monza Brianza, e sarebbe auspicabile che si facessero anche sul Ns territorio”, come già richiesto dalle organizzazioni sindacali.
“Le richieste dell’associazione sono anche puntuali: “Come in qualsiasi luogo di lavoro, anche nei cantieri dovrebbero entrare solo i dipendenti o gli autorizzati, ben conosciuti e dotati di tessera sanitaria, passando controlli anche elettronici, con badge e varchi che controllano orari e turni, anche per le imprese in subappalto, con regolare contratto e tutele. Dal controllo dei varchi, anche a distanza, si può sapere chi c’è nel cantiere, se ha frequentato i corsi di sicurezza, il contratto, lo stato di salute. Basta una breve ricerca sul web per trovare esempi di cantieri, consulenti e società specializzate nella sicurezza, in grado di fornire attrezzature e gestionali in grado di permettere un controllo costante di quanto avviene in cantiere e segnalare irregolarità agli ingressi.”
Come ci ha ricordato in occasione del 1° Maggio anche il Presidente della Repubblica, ogni spesa in sicurezza va considerato un investimento. E la spesa in prevenzione è la più efficace. Oggi il cantiere aperto da AEP a Lodi è fermo a causa delle ripercussioni del gravissimo incidente occorso a Firenze a febbraio dove sono morti 5 operai per il cedimento di una trave di cemento, lavoratori di imprese in subappalto, la cui identità è risultata incerta per giorni. Sarà la magistratura ad appurare colpe, cause e responsabilità, ma intanto i cantieri si fermano in tutta Italia.
La lettera si conclude sperando di trovare ascolto in tutte le istituzioni, sociali e politiche, a cui Legambiente chiede di esprimersi sulla proposta.
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