La Polizia ferroviaria ha fatto il bilancio della sua attività del 2019.
I dati sull’operatività, svolta dalle donne e dagli uomini della specialità per garantire la sicurezza dei passeggeri e del trasporto delle merci, indicano un trend positivo su tutti i fronti.
I controlli, grazie anche alle nuove tecnologie utilizzate che hanno velocizzato le interrogazioni delle banche dati, hanno fatto registrare il 27 per cento in più di accertamenti; tradotto in numeri si tratta di oltre un milione e seicentosessanta mila persone identificate di cui 9.610 sono state indagate e 1.173 arrestate. Il calo dei numeri invece si è avuto nei reati tipici dell’ambiente ferroviario: i furti sono scesi del 13 per cento, i danneggiamenti del 20 per cento e le rapine del 28 per cento. Anche i furti di rame, che indirettamente creano disagi a tutto il trasporto ferroviario, sono scesi del 77 per cento rispetto alla media degli ultimi 10 anni.
La sicurezza passa anche attraverso la prevenzione: con le diverse campagne di educazione alla legalità nelle scuole e nelle piazze che nel 2019 ha coinvolto oltre 73 mila giovani, con la continua formazione specialistica del personale e la partecipazione ad iniziative internazionali con RAILPOL (Associazione a cui aderiscono le polizie ferroviarie e dei trasporti di 19 Paesi europei e gli Stati Uniti d’America in qualità di membro ospite).
Non solo numeri ma anche cuore. L’importante ruolo di prossimità della Polizia ferroviaria porta i nostri uomini a intercettare anche il “disagio” delle persone più deboli, affrontato con un approccio di umanità e vicinanza: sono state salvate 229 persone colte da malore, 52 con intenti suicidi e rintracciate 859 persone scomparse perlopiù minori.
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