Denunciate alla Procura della Repubblica di Lodi quattro persone di età compresa tra i 34 e 50 anni, ritenute responsabili di una truffa aggravata ai danni di un lodigiano, il quale aveva messo in vendita su internet la propria Porsche.
La vittima, dopo essere stata contattata telefonicamente da uno dei prensunti autori del reato, si accordarva sul prezzo stabilendo che il pagamento avvenisse con assegno circolare non trasferibile.
La compravendita avveniva a Lodi nei pressi di un’agenzia pratiche auto dove le parti provvedevano ad effettuare il passaggio di proprietà del veicolo e lo scambio dell’assegno circolare e dell’auto.
La vittima due giorni dopo aver depositato l’assegno in banca scopriva la triste verità: l’assegno era falso e l’acquirente era diventato irraggiungibile e, pertanto, decideva di presentare denuncia in Questura.
Le successive indagini della Squadra Mobile portavano all’individuazione di un commerciante di veicoli al quale era stata proposta la vendita della Porsche in questione ma, intuendo l’illeicità dell’affare poiché il prezzo era troppo vantaggioso per lui, si era rifiutato di concludere l’affare.
Le tracce lasciate dai truffatori permettevano però di ricostruire il transito dell’auto a Saronno in provincia di Varese, dove era stata nascosta per qualche giorno in un autosilos, per poi essere spostata verso il confine ed infine venduta all’estero dopo pochi giorni.
Dall’attività di indagine svolta venivano identificate e denunciate alla Procura della Repubblica di Lodi le quattro persone, tutte con numerosi precedenti di Polizia per reati specifici, ritenute responsabili della truffa.
Emergeva inoltre che, con il medesimo assegno clonato, in altre località italiane erano state commesse truffe analoghe con la rapida esportazione all’estero di auto di “alta gamma”.
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