"Con il nuovo reparto per subacuti inaugurato oggi completiamo il percorso di valorizzazione dell'Ospedale di Romano di Lombardia perfezionando la sua funzione di Presidio Ospedaliero Territoriale. Un nuovo presidio di comunità che è stato possibile realizzare con un investimento di circa 2,4 milioni di euro e grazie alla riforma messa in campo da Regione Lombardia che punta non solo all'eccellenze nella cura delle acuzie ma anche ad un'alta professionalità diffusa sul territorio capace di prendere in carico il paziente lungo tutto il percorso di cura".
Lo ha detto ieri l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel corso dell'inaugurazione di 18 nuovi posti letto per la cura di subacuti in un'ala completamente ristrutturata dell'Ospedale di Romano di Lombardia.
"Regione Lombardia - ha spiegato Gallera - dinnanzi ad un presidio la cui attività rischiava di essere depauperata, ha voluto fortemente sostenere e valorizzare la sua vocazione di presidio di comunità dislocandovi servizi e funzioni fondamentali, dando così una risposta puntuale alle necessità dei territori. Il reparto per subacuti accoglierà infatti i pazienti di Medicina, Chirurgia e Ortopedia terminata la fase acuta, liberando i letti che rischiano di essere occupati da malati non ancora dimissibili ma per cui è sufficiente una minore assistenza".
"Oltre ai posti letto per subacuti - ha sottolineato Gallera - il presidio accoglie un ambulatorio dedicato esclusivamente a chi ha problemi vascolari, ricordo che il 70% delle donne soffre di patologie venose. Un ambulatorio assolutamente all'avanguardia che con la presenza di un chirurgo esperto in una tecnica innovativa attrae pazienti da tutta la Lombardia".
"Una struttura - ha concluso l'assessore - che ha pensato anche al benessere delle donne a 360 gradi. Un team multidisciplinare formato da ginecologo, endocrinologo, ortopedico, psicologo, è infatti dedicato in particolare alle donne in perimenopausa e in menopausa per affrontare i sintomi più fastidiosi. Il team è a disposizione anche delle molte giovani donne, guarite da tumori ormoni dipendenti che si trovano a vivere una menopausa precoce indotta farmacologicamente o chirurgicamente".
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