Anche la provincia di Brescia è stata interessata, questa mattina, dall'operazione coordinata dalla procura di Vicenza.
All'alba, un dispositivo composto da 80 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, con l’ausilio di un’unità cinofila “cash dog” del Gruppo di Tessera in provincia di Venezia, il supporto di un elicottero della Sezione Aerea di Venezia e dei Reparti territoriali competenti - i gruppi di Padova, di Verona e di Brescia -, ha dato esecuzione – fra le province di Vicenza, Venezia, Padova, Verona e Brescia – ai provvedimenti emessi dal GIP di Vicenza.
Si tratta dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 indagati - 8 con gli arresti in carcere e 5 ai domiciliari -; del decreto di sequestro preventivo per equivalente (per un importo, pari a circa 1.500.000 euro) e del decreto di perquisizione locale nelle abitazioni e nelle aziende riferibili a complessivi 18 indagati.
I finanzieri hanno ricostruito operazioni di presunto riciclaggio di contanti, trasportati dall’estero verso l’Italia, attraverso almeno 556 “viaggi”, per circa 110 milioni di euro provenienti, pare, da frodi fiscali realizzate da società dedite prevalentemente al commercio di materiali ferrosi.
Il denaro inviato all’estero sarebbe successivamente rientrati ai clienti italiani – al netto delle commissioni medie pari circa all’1,5% delle somme movimentate – attraverso l’utilizzo di uno “sportello bancario”, ritenuto abusivo dagli inquirenti, della “China underground bank”.
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