“Agli infedeli bisognerebbe tagliare la gola”, questa ed altre frasi dello stesso tenore, sono quelle che hanno portato in carcere, stamattina, un iracheno di 29 anni a Crotone; ospite del centro Sprar, era in attesa di ricevere una risposta sulla sua richiesta di asilo.
Gli investigatori della Polizia di Stato, da settimane, seguivano il suo percorso di radicalizzazione fatto di continue visioni di filmati cruenti che inneggiavano alla guerra santa e di attività di proselitismo con altri stranieri di fede islamica. A questi ultimi, l’uomo dava notizie e raccontava l’attività di Daesh, l’autoproclamato stato islamico.
Sue le dichiarazioni entusiastiche con gli altri rifugiati, in occasione degli attentati terroristici che hanno colpito l’Europa.
Nelle conversazioni telefoniche con la sorella, intercettate dalla Digos di Crotone, l’uomo giustifica la scelta di non voler tornare a casa per unirsi ai combattenti dell’Isis sostenendo di voler rimanere in Italia perché la sua missione sarebbe stata quella di “redimere gli infedeli”; nella stessa telefonata l’arrestato dichiara alla sorella che agli infedeli dovrebbe essere tagliata la gola.
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