Una donna di trentotto anni, collaboratrice domestica originaria di El Salvador ma in Italia dal 2009, è stata arrestata dai carabinieri di Porta Sempione a Milano, per maltrattamenti in famiglia e lesioni.
Sembra che i maltrattamenti verso i figli, che ora diciotto, sedici e tredici anni, fossero iniziati già da quando la famiglia abitava nel Paese centroamericano e siano continuate quando i tre hanno raggiunto la madre in Italia, mentre il padre è rimasto a El Salvador.
Per far partire arrabbiare la donna, bastava poco, era sufficiente che uno dei ragazzi tornasse a casa un po’ più tardi o che uno di loro lasciasse in disordine la cucina, per venire frustati con dei cavi elettrici: uno dei figli è stato picchiato senza sosta addirittura per oltre un’ora. In un altro caso, il più piccolo dei tre è stato chiuso fuori dal balcone ed è stato costretto a trascorrere la notte lì. Alle botte, si aggiungevano poi le “torture” psicologiche.
A interrompere le violenze fortunatamente, ci ha pensato proprio il più grande dei ragazzi, che il 22 luglio scorso ha presentato una denuncia ai carabinieri.
I militari hanno raccolte le prove, tra cui alcune foto ed un referto medico che certificava ecchimosi e lividi sul corpo del tredicenne, ed hanno fatto scattare le manette. Decisive sono state anche le testimonianze della preside della scuola frequentata dal diciottenne e di un amico che hanno riferito ai carabinieri.
La donna è incensurata, ma il Gip, su richiesta del pubblico ministero, ne ha disposto l’arresto immediato per il rischio di “reiterazione del reato”.
La trentottenne si trova adesso nel reparto femminile del carcere milanese di San Vittore, mentre i suoi due figli minorenni sono in una comunità di Milano e il più grande è a casa di alcuni amici.
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