Sono stati pubblicati e sono ora disponibili sul sito di Unioncamere Lombardia i dati della demografia delle imprese lombarde relativi al secondo trimestre di quest’anno, che confermano l’impatto del COVID-19 sulle iscrizioni e cessazioni al Registro delle Imprese.
“L’incertezza economica e le difficoltà oggettive del periodo di “lockdown” hanno frenato la creazione di nuove imprese in Lombardia – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – ad essere colpiti sono stati in particolare alcuni segmenti del tessuto imprenditoriale che negli ultimi anni avevano mostrato una forte espansione, come le società di capitali e le attività di alloggio e ristorazione.”
Le nuove iscrizioni in Lombardia nel corso del secondo trimestre sono state 8.346, con una variazione del -43,9% su base annua. Anche le cessazioni (9.880 movimenti) mostrano un calo rilevante anche se di entità inferiore (-14,7%), determinando un saldo negativo per 1.534 posizioni in un trimestre che invece è solitamente caratterizzato da un segno positivo. Il risultato è anche frutto dell’intensa attività di pulizia degli archivi amministrativi da parte delle Camere di Commercio, che hanno proceduto ad eliminare numerose posizioni non più operative. Al netto di quelle d’ufficio, il calo delle cancellazioni risulta più sensibile (-34,9%) e il peggioramento del saldo meno marcato.
I dati mensili sull’andamento delle iscrizioni mostrano il calo più intenso nel mese di aprile (-74,6%) dopo il -41,1% di marzo e una variazione pesantemente negativa a maggio (-42,6%), nonostante la parziale ripresa delle attività economiche. A giugno il livello delle iscrizioni si è invece riavvicinato a quello dell’anno passato (-8%). Non del tutto sovrapponibile risulta l’andamento delle cessazioni, al netto di quelle d’ufficio: il calo si è concentrato ad aprile (-40,7%) ed ancor più a maggio (-48,1%), tornando anche in questo caso su livelli vicini alla normalità nel mese di giugno (-7,6%).
Il saldo negativo evidenziato nel trimestre porta il numero di imprese lombarde registrate a quota 948.461, con un calo del -1,2% su base annua. Le imprese che risultano oggi attive sono invece 811.224 con un decremento meno intenso (-0,6%). Si tratta comunque di un netto peggioramento rispetto alla tendenza già negativa che aveva caratterizzato il 2019, dopo quattro anni di debole espansione.
È molto evidente il deterioramento della situazione imprenditoriale in Lombardia per il maggiore e più prolungato impatto della crisi nella regione rispetto alla situazione nazionale, dove la variazione delle imprese attive è tutto sommato contenuta e si ferma al -0,2%.
Il peggioramento della natimortalità imprenditoriale riguarda in particolare le società di capitali, la componente più dinamica del tessuto imprenditoriale regionale che negli ultimi anni ha registrato una forte espansione.
Anche in questo trimestre le società di capitali aumentano (+1,8%), anche se la velocità di crescita risulta notevolmente inferiore a quella registrata nel trimestre scorso (+2,9%) e alla fine del 2019 (+3,1%).
Gli effetti delle misure di contenimento si fanno sentire soprattutto nelle attività di alloggio e ristorazione, che registrano una variazione negativa del numero di imprese attive pari al -1%, interrompendo una fase espansiva durata molti anni, mentre gli altri servizi conservano una variazione positiva (+1,2%), ma in netto ridimensionamento rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente (+1,6%) e alla fine del 2019 (+1,9%).
Anche l’industria mostra un peggioramento della dinamica di demografia imprenditoriale, con una flessione che torna a superare i 2 punti percentuali (-2,1%), come non succedeva dal 2013. Meno evidenti sembrano invece gli effetti su commercio (-2,2%) e agricoltura (-2,1%), che registrano variazioni negative in linea con gli ultimi trimestri, e per le costruzioni (-0,6%), che archiviano la flessione più ridotta da molti anni a questa parte.
L’emergenza sanitaria non si riflette ancora nell’andamento delle imprese artigiane lombarde per i dati del primo semestre. Il numero di posizioni attive continua a diminuire (-1,1% su base annua), ma la variazione risulta allineata a quelle registrate nel corso del 2019.
Iscrizioni e cessazioni al ruolo artigiano sono entrambi in forte calo (rispettivamente -40,6% e -47,2%), con un saldo (+507 posizioni) che risulta in lieve miglioramento rispetto al secondo trimestre del 2019.
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