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SCONTRI TRA OPPOSTE TIFOSERIE

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Mercoledì 21 Giugno 2023

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Al termine di un’articolata indagine, la Polizia di Stato di Varese ha chiuso il cerchio sugli episodi di violenza e guerriglia commessi il 4 e 14 maggio scorsi, rispettivamente, dalle frange ultras della tifoseria varesina e napoletana.

Complessivamente, per entrambi gli episodi, sono stati deferiti, a vario titolo, all’Autorità Giudiziaria, 49 soggetti; per gli stessi soggetti il Questore di Varese ha emesso altrettanti provvedimenti di DA.Spo: 24 a carico degli ultras varesini e 25 a carico dei partenopei.

In particolare, in occasione dei disordini occorsi a Varese a seguito dei festeggiamenti per la vittoria anticipata del Napoli del campionato di serie A, la Digos ha avviato accurate indagini al fine di individuare i responsabili appartenenti alle frange ultras della tifoseria del calcio e del basket di Varese e riconducibili ai gruppi “CUV19”, “SKANNATI”, “ARDITI” e “BLOOD & HONOUR VARESE” gravitanti in provincia.

Grazie ad un’attenta ricostruzione dell’evento effettuata dagli investigatori è stato possibile delineare l’esatta dinamica degli scontri, preceduti nei giorni antecedenti da un comunicato congiunto con il quale i citati gruppi avevano dichiarato il loro intento: “VARESE TIFA VARESE – FESTEGGIAMENTI DI ALTRE SQUADRE NELLA NOSTRA CITTA’ NON SONO GRADITI. IN PARTICOLAR MODO QUELLI DEL NAPOLI”.

È nota, infatti, la rivalità tra alcune frange estremiste della tifoseria varesina e quella partenopea, risalente ai fatti accaduti la sera del 26 dicembre 2018, in prossimità dello stadio “San Siro” di Milano, prima dell’inizio della partita Inter vs Napoli, allorquando, a seguito degli scontri tra un gruppo di ultras dell’Inter e quelli del Napoli decedeva Daniele BELARDINELLI detto “Dede”, leader del citato gruppo “Blood&Honour Varese”, da sempre gemellato proprio con la tifoseria dell’Inter.

Le indagini hanno consentito, quindi, di individuare 24 soggetti che, a vario titolo, sono risultati responsabili dei disordini nel centro cittadino; sono stati deferiti, a vario titolo, all’Autorità Giudiziaria per le condotte violente tenute in occasione dei festeggiamenti dei tifosi napoletani.

In particolare, in uno degli avvenimenti più rilevanti, un gruppo di ultras accerchiava un veicolo di tifosi danneggiandolo in più parti ed in seguito aggrediva fisicamente il conducente e il passeggero che viaggiavano unitamente ad una donna e due bambini.

Un diverso gruppo di ultras si era reso protagonista di un’ulteriore aggressione a danno di due donne che viaggiavano su un’autovettura sventolando la bandiera della squadra del Napoli. A bordo vi era anche un minore.

Oltre al deferimento, venivano emessi 24 provvedimenti di “DA.Spo di gruppo” in capo ad altrettanti soggetti individuati tra le tifoserie ultras, di cui 4 della durata dai 5 agli 8 anni e prescrizione dell’obbligo di presentazione all’autorità di polizia poiché recidivi nelle loro condotte e già precedentemente colpiti da analoghi provvedimenti e i restanti della durata di anni 2.

L’episodio subiva peraltro seri contraccolpi.

Il successivo 14 maggio, infatti, un corteo di circa 50 autovetture e minivan imboccava l’autostrada A8 in direzione Varese, proveniente da Milano. I mezzi viaggiavano con targhe alterate al fine di non consentire la loro individuazione.

A bordo numerosi tifosi appartenenti alle frange ultras del Napoli Calcio che avrebbero dovuto recarsi a Monza, dove era in programma l’incontro di calcio Monza-Napoli.

Gli ultras erano invece diretti verso Varese, col chiaro intento di realizzare gesti eclatanti e dimostrativi come atto di ritorsione contro gli ultras varesini in conseguenza agli episodi di violenza avvenuti il precedente 4 maggio.

Un’autentica resa dei conti tra le frange più estreme del tifo organizzato, che avrebbe gravemente compromesso la sicurezza dei cittadini varesini.

Pronta è stata invece la reazione degli agenti della Questura di Varese che hanno realizzato, appena in tempo, il pericolo in corso: equipaggi delle volanti accorrevano precipitosamente nei pressi dello svincolo autostradale, ostacolando materialmente l’avanzare del corteo nei pressi di via Gasparotto.

I tifosi, molti dei quali col volto travisato da passamontagna o sciarpe, vista l’impossibilità di proseguire nei loro intenti, scendevano dai mezzi e tentavano di aggredire gli operatori delle volanti, lanciando fumogeni e bombe carta.

Dopo pochi minuti, però, erano costretti ad invertire la direzione di marcia e tornare sull’autostrada allontanandosi dalla città di Varese.

A questo punto tutto il personale della Polizia di Stato veniva convogliato in autostrada al fine di bloccare i facinorosi.

Equipaggi della Polizia Stradale, della Questura e del Reparto Mobile riuscivano ad individuare i mezzi del corteo e a scortarli nuovamente verso Varese, stavolta però in direzione Piazza della Libertà.

I tifosi venivano dunque identificati. Veniva rinvenuto e sequestrato, sia a bordo dei mezzi che sul luogo teatro dell’aggressione agli equipaggi delle volanti, materiale vario idoneo inequivocabilmente ad offendere.

La Digos avviava i primi accertamenti tesi ad individuare i responsabili delle azioni violente. A seguito delle prime ricostruzioni, la Divisione Anticrimine procedeva ad analizzare i profili di ciascun soggetto identificato, istruendo l’attività tesa all’emissione di provvedimenti di prevenzione.

Le successive capillari indagini consentivano di ricostruire analiticamente l’accaduto.

Oltre al deferimento all’Autorità Giudiziaria per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, il Questore emetteva dunque ulteriori 25 provvedimenti di “DA.Spo di gruppo”, stavolta a carico di tifosi ultras napoletani, di cui 5 con validità 5 anni con prescrizione di obbligo di presentazione all’autorità di polizia per anni 2 perché, anche in questo caso, alcuni soggetti erano stati già daspati in passato in quanto autori di condotte violente in contesti sportivi, anche a danno di tifoserie straniere.

A tutti i soggetti colpiti dalle misure del Questore sarà dunque vietato poter prendere parte alle manifestazioni sportive per l’intero periodo del divieto prescritto.

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