"Carissimo amico, volevamo condividere con te tutta la nostra preoccupazione per la situazione di stallo in cui si trovano a vivere molte persone senza dimora che gravitano da tempo nella città di Lodi, alle quali il nostro territorio, da anni, non riesce a offrire un’accoglienza dignitosa".
Si apre così l'appello della Caritas ai Lodigiani. Nel testo si osserva che: "Dai dati rivelati nei nostri servizi diocesani dedicati alla grave emarginazione sappiamo che circa 80 persone oggi non hanno un riparo in città. I dormitori pubblici, cogestiti dal Comune di Lodi, dall’associazione Progetto Insieme e da noi di Caritas, possono purtroppo accogliere solamente 25 persone per brevi periodi, necessariamente a rotazione, per dare opportunità di riparo a tutti.
Tante sono le ragioni che hanno portato queste persone a ritrovarsi dentro una situazione di fragilità così grave. Fra queste tra l’altro c’è anche la burocrazia che talvolta può diventare uno strumento di esclusione sociale e di ostacolo all’integrazione, quando nega a queste persone, che ne avrebbero diritto, una residenza anagrafica. Le forze sociali e istituzionali che in questi anni hanno provato ad occuparsi della grave emarginazione adulta purtroppo non sono state in grado, da sole, di fornire per queste persone soluzioni abitative dignitose, e ciò ha portato il crearsi di alcune situazioni a rischio per le stesse persone senza dimora, che vivendo al freddo (e il freddo può uccidere !), provano a darsi delle soluzioni abitative fatiscenti e pericolose per la loro stessa incolumità fisica.
Sentiamo che è venuto il tempo di un nuovo patto istituzionale e sociale allargato a enti e persone di buona volontà per individuare soluzioni di lungo respiro. Possiamo, unendoci, trovare una soluzione che protegga e tuteli la vita di queste persone, evitando che l’acuirsi del problema porti a loro ulteriore sofferenza e, nello stesso tempo, crei disagio ai cittadini Lodi, magari alimentando in alcuni l’idea che le sofferenze degli altri siano problemi da guardare in termini di decoro o da affrontare a partire da una falsa idea della sicurezza che nega il povero come persona, sicurezza che del resto non può mai essere garantita dove l’umano non è riconosciuto nei suoi diritti e bisogni".
Per questo "ti chiediamo pertanto di segnalarci anzitutto una qualche struttura che possa essere messa a disposizione per risolvere l’emergenza freddo, struttura nella quale tu stesso, se lo vorrai, potrai esercitare il tuo impegno solidale. Se insieme troveremo questo spazio potremmo farlo diventare un nuovo polo di solidarietà per la città di Lodi, capace di unire le forze vive e generose del nostro territorio.
Crediamo che riconoscere le persone senza dimora come una delle parti più deboli della comunità (ma con una ricchezza umana ancora tutta da esprimere) ponga tutti noi, insieme alle istituzioni più alte, nella scomoda ma onorevole posizione di poter rispondere alla domanda di vita che queste persone ci pongono. Pensiamo che una comunità che non si prende cura delle sue parti più fragili rischia di divenire una comunità altrettanto debole, miope ed incapace di una visione piena di sé stessa. Aspettiamo pertanto fiduciosi che tu possa aiutarci a creare nuove strutture adeguate per il ricovero notturno delle persone senza dimora".
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