Continua l’attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti da parte dei finanzieri del Comando Provinciale di Como che hanno messo a segno un’operazione di servizio sequestrando un ingente carico di eroina.

Analogamente ai principali sequestri di droga realizzati nel 2017 dai finanzieri lariani, anche l’odierna operazione ha consentito di accertare come si stia manifestando un preoccupante ritorno dell’eroina nelle piazze di spaccio della Lombardia.

Questa volta i militari, dopo molte ore di pedinamento ed a seguito di accurati riscontri, sono intervenuti a Sesto San Giovanni (MI) nei pressi di un centro commerciale, per sottoporre a controllo quattro soggetti, di cui 3 di origine albanese ed uno italiano, in possesso di un borsone al cui interno era presumibilmente occultata la sostanza stupefacente.

Nonostante la particolare circospezione e le accortezze adottate dai soggetti per eludere possibili controlli, i militari del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Como si sono palesati pochi istanti prima che uno degli appartenenti al sodalizio si dileguasse, con la droga al seguito, a bordo di un taxi preventivamente prenotato ed in attesa nei paraggi, evitando in tal modo il tentativo di fuga degli stessi.

Le successive perquisizioni permettevano di rinvenire e sequestrare 10 “panetti” del peso complessivo di chilogrammi 5,535 contenenti eroina, occultati all’interno della borsa oggetto di scambio, unitamente ad uno dei due automezzi nella disponibilità degli arrestati, in quanto munito di due doppifondi ricavati all’interno del telaio per il trasporto della droga. La perquisizione personale degli arrestati consentiva il sequestro di ulteriore sostanza stupefacente, nello specifico Hashish, nella disponibilità del soggetto di nazionalità italiana.

A seguito di ciò, L. D., K. O. e S. B. di origine albanese e C. M., italiano, venivano tratti in arresto per produzione, detenzione e traffico di stupefacenti, con l’aggravante prevista per l’ingente carico detenuto, oltre che per il reato di resistenza a un pubblico ufficiale e successivamente tradotti presso la Casa Circondariale di Monza.