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SI CONTINUA A CONSUMARE SUOLO

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Martedì 05 Dicembre 2023

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Sono quasi 340 gli ettari di suolo consumati complessivamente in un solo anno nell’area metropolitana di Milano e nelle province di Lodi e Monza Brianza: è quanto emerge da un’analisi della Coldiretti interprovinciale su dati Ispra in occasione della Giornata mondiale del suolo indetta per il 5 dicembre dalle Nazioni Unite. 

In particolare la terra consumata nel Milanese è cresciuta di 184 ettari in dodici mesi, con la città capoluogo che ha visto aumentare il consumo di suolo di 26 ettari. Nella provincia di Lodi gli ettari ceduti a urbanizzazioni e infrastrutture sono stati poco più di 108: solo a Casalpusterlengo se ne sono persi 63, per la maggior parte nell’ambito della realizzazione della variante alla via Emilia. Infine, nei comuni di Monza e Brianza le nuove edificazioni si sono mangiate 47 ettari. 

In tutto, nelle tre province è stato cementificato un terzo del suolo perso in un anno nell'intera Lombardia, che con 900 ettari consumati è la prima regione italiana per terra coperta artificialmente. Si tratta di un processo che prosegue da decenni con effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e con il risultato che a causa della cementificazione e dell’abbandono, la superficie agricola utilizzabile in Lombardia si è ridotta intorno al milione di ettari. 

Per effetto dell'impermeabilizzazione il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la fragilità del territorio. L’effetto è che in Lombardia oltre 4 comuni su 5 (l’84,6% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio dissesto per frane e alluvioni secondo i dati Ispra, anche a causa del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense.

Per questo l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra stanno provocando difficoltà negli scambi commerciali favorendo le speculazioni.  

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