Ai fini della prevenzione della “violenza di genere”, la Polizia di Stato ha emesso la sorveglianza speciale di P.S. nei confronti di uno stalker persistente.
A seguito dell’attività di contrasto alla violenza di genere svolta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Milano, il Tribunale di Milano, Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, presieduta da Fabio Roia, su proposta del Questore di Milano, Marcello Cardona, ha emesso la Sorveglianza Speciale nei confronti di un italiano, classe 1980.
L’uomo, U.N. originario di Roma, al termine di una burrascosa relazione con una donna di Monza con la quale ha avuto due figli, si è reso protagonista di violenze ed intimidazioni con cadenza quasi quotidiana. Gli episodi sono avvenuti alla presenza dei due figli minori della coppia, in alcuni casi loro stessi coinvolti nella spirale di violenza al fine di screditare l’altro genitore (c.d. alienazione genitoriale).
L’uomo, dal temperamento molto aggressivo, era solito recarsi presso l’abitazione dell’ex compagna munito di diverse armi bianche, tra cui coltelli ed un kubotan, un punteruolo in metallo progettato per colpire zone sensibili del corpo come nervi o ossa sporgenti.
L’uomo ha violato costantemente tutte le misure cautelari a lui applicate, come il divieto di dimora nella provincia di Monza e Brianza fino agli arresti domiciliari, venendo più volte arrestato dal Commissariato di Monza.
Dopo essersi assicurati del ritiro cautelare dell’arma da lui detenuta per l’esercizio dell’attività di guardia privata, la Divisione Anticrimine ha elaborato una proposta di sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza ai sensi dell’art. 4, I ter), una fattispecie introdotta con la riforma del Codice Antimafia del novembre 2017 che consente di applicare questa misura di prevenzione, particolarmente incisiva ed efficace, anche agli indiziati di stalking, prescindendo dalle sorti del procedimento penale e dall’eventuale condanna, alla stessa stregua dei mafiosi.
Con la misura, all’uomo sono state imposte prescrizioni specifiche a tutela della vittima, come il divieto assoluto di avvicinarsi alle parti offese, nonché prescrizioni rivolte al suo recupero sociale, come l’invito a prendere contatti con il C.I.P.M. di Milano al fine di sottoporsi ad un percorso di trattamento psicologico (c.d. ingiunzione trattamentale).
Lo scopo non è punire ma prevenire, prevenire concretamente, con misure specifiche volte ad evitare che lo stalking possa sfociare nella commissione di più gravi reati, come il femminicidio o aggressioni con mezzi deturpanti.
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