Due gruppi criminali spacciavano cocaina a Piacenza e nelle zone di campagna della provincia, ma la loro attività è stata interrotta dagli agenti della Squadra mobile con l’operazione “Melik”.
Al termine dell’attività investigativa sono in tutto sette le persone arrestate, delle quali sei finite in carcere e una ai domiciliari, mentre altre 14 sono indagate in stato di libertà.
Il capo della banda più importante era un marocchino soprannominato “Melik”, che nella sua lingua significa “Re della coca”. L’uomo aveva organizzato l'attività in modo quasi perfetto nelle campagne dei comuni di Mortizza e Campremoldo nel piacentino, Corno Giovine in provincia di Lodi e di Zanengo nel cremonese.
Melik prendeva gli ordini e li comunicava telefonicamente ai suoi “galoppini”, ai quali segnalava anche l’auto del cliente che a breve si sarebbe avvicinato, e la quantità di merce da consegnare.
Quando l’acquirente arrivava, il “dettagliante” aveva già prelevato la droga dal nascondiglio per consegnargliela; il tutto avveniva molto velocemente e in completa sicurezza perché nella zona c’erano diverse vedette pronte a dare l’allarme al primo segno di persone estranee.
In questo modo il gruppo di spacciatori riusciva ad effettuare fino a 60 vendite al giorno, incassando, dalle 11 del mattino fino a tarda sera, una media di 5mila euro.
Grazie alle immagini registrate dalle telecamere nascoste dagli agenti della Mobile e alle oltre 135mila intercettazioni effettuate su più di 30 utenze telefoniche, gli investigatori hanno documentato l’attività della banda e identificato circa 300 clienti.
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