Alessandra ha 17 anni e lavora come assistente nell’ufficio del procuratore di Lodi.

Per tre mesi osserverà come agiscono le persone intorno a lei, sarà messa alla prova con compiti che non le erano mai stati richiesti a scuola e avrà modo di scoprire opportunità e limiti della professione che potrebbe svolgere grazie al suo corso di studi.

Esperienze che sono ricorrenti quando si intraprende uno stage, nel corso del quarto anno della scuola professionale.

“Mi piace l’idea, perché mi sento già grande e ho la possibilità di capire quale lavoro mi piacerebbe fare in futuro. Nei primi tre anni di scuola gli allievi hanno la possibilità di tastare il terreno e avere una base dell’indirizzo e del lavoro – spiega Alessandra, che frequenta l’indirizzo di Contabilità a servizio dell’impresa –. Dal quarto anno, invece, con l’esperienza in azienda si diventa dei professionisti del settore e si capiscono meglio i meccanismi”.

Per Matteo, che ha 18 anni e studia come Operatore ai servizi di impresa curvatura disegno tecnico Cad, lo stage trimestrale in un mobilificio è il coronamento di un sogno: “Sin da piccolo amavo disegnare e poi vedevo mio padre che faceva questo lavoro e mi lasciavo ispirare – racconta –. Adesso sto facendo uno stage in un’azienda che si occupa di arredi su misura. È la terza volta che faccio uno stage in questa realtà e spero di poter continuare il prossimo anno in apprendistato”.

Ad appassionarlo è l’idea di entrare nella casa di una persona, fare rilievi, osservare gli ambienti, ascoltare i clienti e ipotizzare delle soluzioni, da rendere concrete attraverso un computer.

Ancora diversa l’esperienza di Gabriele, che ha 17 anni e ha iniziato il quarto anno del corso di Operatore ai servizi di vendita.

“Ho scelto questo indirizzo perché mi sentivo portato per le relazioni – racconta –. Mi piace parlare, incontrare nuove persone, ascoltare le loro storie. Tutte cose che sto facendo nel mio stage presso un’agenzia immobiliare di Melegnano. Ho iniziato da qualche giorno, ma ero già stato con loro in precedenza e mi era piaciuto molto; infatti spero che poi si passerà all’apprendistato. Questa è un’agenzia con pochi dipendenti, gestita con il cuore, dove non ti fanno sentire un numero, ma una persona”.

Gli occhi di Gabriele si illuminano mentre racconta dell’estate che ha trascorso a lavorare per l’agenzia, seguendo una “zona” come se fosse solo sua, intrecciando legami con i residenti, scoprendo angoli della città che non aveva mai visto: “Sono contentissimo di questo percorso e faccio in appello ai miei coetanei: se siete indecisi o avete perso un anno provate ad andare al professionale. È una scuola pratica che aiuta ad entrare nel mondo del lavoro e a relazionarsi con gli altri. Un modo per diventare più maturi”.

Anche secondo Alessandra la scuola professionale è una scelta vincente, perché oltre alla teoria c’è la pratica e si impara in fretta. “Il Cfp non è una scuola dove non si fa niente come tanti pensano, ma propone un altro modo di apprendere – conclude Matteo –. C’è molta meno teoria, ma ci sono tante occasioni per chi ha più facilità ad apprendere materie pratiche e vuole iniziare presto a lavorare”.