In assenza delle autorizzazioni necessarie, avrebbero operato per anni nel settore del recupero di rifiuti speciali pericolosi, in questo caso batterie esauste al piombo, traendone benefici economici illeciti per quasi 5 milioni di euro.
E' quanto avrebbero appurato i carabinieri forestali di Vobarno e Marcheno in provincia di Brescia, in collaborazione con i colleghi di Piacenza, nei confronti di sei persone residenti nel campo nomadi emiliano.
Dal 2017 avrebbero raccolto le batterie esauste, depositandole in vari campi nomadi delle province di Piacenza, Parma, Brescia, Bergamo, Milano, Como, Monza e Brianza, Cremona, Varese, Pavia, La Spezia, Massa Carrara, Lucca e Pisa, e rivendendole poi a ditte specializzate nel loro recupero.
A conclusione delle indagini, la Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia ha emesso i relativi avvisi a carico di nove persone, ritenute responsabili del traffico illecito.
Nei guai anche due ditte, una di Collebeato e l'altra di Gussago entrambe nel Bresciano, implicate nel traffico delle batterie esauste.
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