Viaggio in prima classe, finanziato da “Italo”, per i cuccioli di “Luce”, la cagnolina seviziata nel Cosentino che, prima di morire, è riuscita a partorire i suoi piccoli.
Dimessi sabato dalla clinica veterinaria romana che li aveva in cura e affidati ai volontari della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, il giorno stesso i cuccioli hanno viaggiato gratis con i loro accompagnatori sul “no stop” Roma-Milano delle 16,10.
Nel capoluogo lombardo, dove le chances di adozione sono maggiori, inizieranno il percorso che, appena sarà possibile, li condurrà in una nuova casa: sono già numerose le richieste per questi simpatici cagnetti, che, se non fossero intervenuti i volontari della LEIDAA, sarebbero stati condannati a morte sicura dalla mano crudele di individui senza scrupoli.
Chi ha voluto disfarsi di Luce, incinta, prossima al parto, l’ha legata per le zampe e semisepolta sotto un mucchio di foglie e rami secchi sul ciglio di una stradina di campagna di Marano Marchesato (Cosenza). Non si sa per quanto tempo sia rimasta così: abbastanza, questo è certo, perché sofferenza e terrore abbiano lentamente provocato il cedimento degli organi interni e alla fine il coma.
Doveva spegnersi, con i suoi piccoli non ancora nati. Invece, ancora una volta, la voglia di vivere ha fatto il miracolo. La mamma è morta, quasi tutti i cuccioli sono sopravvissuti.
"Ringrazio la società Italo – afferma Michela Vittoria Brambilla, presidente di LEIDAA – per il contributo che ha voluto dare, mostrando grande sensibilità, al benessere dei figli di Luce, che hanno potuto affrontare il viaggio nelle condizioni migliori. I piccoli e la loro sfortunata mamma sono protagonisti di una storia che dovrebbe far riflettere tutti e specialmente i colleghi parlamentari. Rilanceremo subito la richiesta che portiamo avanti da sempre, che abbiamo formalizzato nella scorsa legislatura e ripresentato in questa, sotto forma di proposta di legge a mia firma: pene più severe per chi maltratta e uccide gli animali. Tra le altre cose, la proposta aumenta, rispettivamente fino a cinque e sei anni, le pene per il maltrattamento e l’uccisione di animali, mentre diventano “delitti” in senso tecnico le condotte di detenzione in condizioni “insopportabili”, quella dell’abbandono e quella dell’uccisione di esemplari di specie protette, punita anch’essa con sei anni di reclusione".
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