È partita la raccolta del riso in Lombardia spinta dal caldo anomalo che sta interessando la regione in questo inizio autunno.
La Coldiretti, in base alle prime stime, prospetta un calo nella raccolta di circa il 15% rispetto alla media.
“A influire sfavorevolmente sulla stagione del riso è stato il caldo anomalo che si è registrato dopo la metà di agosto e che ha ostacolato la corretta maturazione della piante – spiega Paolo Braschi, risicoltore di Vistarino in provincia di Pavia – A soffrire di più sono state alcune varietà come il Carnaroli, il Volano e i loro similari, in particolare quelle seminate più tardi. Abbiamo appena iniziato a trebbiare, quindi è difficile fare previsioni precise – continua l’agricoltore pavese, che coltiva un centinaio di ettari di riso – però, vista anche la diminuzione delle prime rese, è possibile stimare un calo del 10-15%”
“Purtroppo quest’anno la produzione di riso nel nostro territorio subirà una diminuzione di almeno il 15% rispetto a un’annata normale - rimarca Fabio Camisani, imprenditore agricolo di Gaggiano, nell’ovest di Milano -. Ci è mancata l’acqua proprio nel momento decisivo della maturazione, per una decina di giorni a partire dalla settimana di Ferragosto. Anche la resa alla lavorazione sembra in calo, ma siamo ancora all’inizio. Io adesso sto raccogliendo l’Arborio; se tutto va bene settimana prossima comincerò con il Carnaroli”.
In Lombardia la produzione di riso è concentrata principalmente nel Pavese, che è la prima provincia risicola europea, e in altre zone vocate che si trovano nel Milanese, nel Lodigiano e nel Mantovano. A livello italiano, la risicoltura può contare su un totale di 211mila ettari coltivati, oltre 7500 in meno rispetto al 2022, ai minimi da trent’anni con effetti preoccupanti sull'economia e l’occupazione con l’intero ecosistema segnato dalla grande siccità.
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