È stato identificato l’omicida di Lidia Peschechera, la donna di 49 anni trovata morta ieri nella sua abitazione di Pavia.
Un uomo di 28 anni, con il quale la donna aveva iniziato una convivenza, è stato arrestato dai carabinieri di Pavia con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
Nel pomeriggio di ieri i militari erano intervenuti in via De Pretis, dove nella vasca da bagno di un appartamento era stato trovato il corpo di Lidia Peschechera.
L'allarme era stato lanciato dal datore di lavoro della donna, preoccupato perché da giorni non vedeva la donna che non rispondeva neanche al telefono, ma aveva ricevuto strani messaggi dal telefono della donna.
Dopo aver interpellato l’ex marito della 49enne e temendo una disgrazia i due avevano richiesto l'intervento dei sanitari e dei vigili del fuoco che hanno rinvenuto nella vasca da bagno il corpo della donna in stato di decomposizione.
Subito gli investigatori hanno scoperto che la donna da qualche tempo viveva con A.N., 28enne con problemi di alcolismo e senza fissa dimora.
La Procura della Repubblica di Pavia ha quindi autorizzato l'intercettazione dei telefoni in uso al 28enne e con la collaborazione del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri ha scoperto che l’uomo si era rifugiato a Milano per sfuggire alle ricerche.
Il 28enne è stato rintracciato elle vicinanze di un ostello di via Doria e trovato in possesso di numerose carte bancomat, di un cellulare e di circa 190 euro, mentre nella camera che aveva preso in affitto sono stati trovati documenti personali della vittima e un mazzo di chiavi dell'abitazione di via De Pretis.
Accompagnato negli uffici del nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri il giovane, interrogato dal procuratore della Repubblica Mario Venditti e dalla sostituta Diletta Balduzzi, ha confessato che il 12 febbraio scorso, dopo l’ennesimo litigio, ha strangolato la donna nella vasca da bagno e che ha continuato a rimanere nell'abitazione fino al 15 febbraio.
Il 28enne ha inoltre ammesso di aver inviato i falsi messaggi al datore di lavoro e di avere poi prelevato delle somme di denaro dal conto della vittima. Dopo quanto emerso e dopo la confessione dell'uomo, l'autorità giudiziaria ha emesso nei suoi confronti un decreto di fermo del pubblico ministero per il reato di omicidio volontario aggravato, disponendo la sua traduzione nella Casa Circondariale di Pavia.
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